IrpiniAmbiente, Fiamme Gialle a Palazzo Caracciolo per far luce sul “caso Sperandeo”

Acquisito dalla guardia di finanza l’intero fascicolo relativo alle procedure che condussero alla nomina, da parte del Presidente Biancardi, dell’attuale Amministratore Unico Matteo Sperandeo

Nuova bufera su IrpiniAmbiente. La Guardia di Finanza ha fatto visita a Palazzo Caracciolo, sede dell’Amministrazione Provinciale, ed ha acquisito l’intero fascicolo relativo alle procedure che condussero alla nomina, da parte del Presidente Biancardi, dell’attuale Amministratore Unico Matteo Sperandeo.

LE indagini prendono le mosse dall’esposto presentato in Procura la scorsa primavera dal Dottor Alberto Manganiello, manager dal curriculum pesante, con una pluridecennale esperienza proprio nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, che partecipò al bando che condusse alla nomina di Sperandeo. Tra le tante anomalie denunciate da Manganiello, la più eclatante riguardava le modalità della pubblicazione del bando. I termini per la presentazione delle domande, una volta scaduti furono incredibilmente riaperti. LE sette domande presentate in prima battute non furono ritenute sufficienti e, dunque, si decise di riaprire la procedura per consentire ad altri candidati di partecipare. Tra questi, manco a dirlo, proprio il dottore Sperandeo, ex Segretario Generale del Comune di Pozzuoli che, tra l’altro, secondo l’esposto di Manganiello non avrebbe potuto ricoprire quel ruolo, visto che il bando richiedeva esperienze dirigenziali in aziende con almeno trecento dipendenti e trenta milioni di fatturato.

Un altro durissimo colpo alla credibilità di IrpiniAmbiente, dopo il caso sollevato da Irpinia Tv riguardo i falsi certificati di inidoneità e di ipersensibilità al Covid, il milione e duecentomila euro di straordinari anche a favore dei falsi inabili ed una lunga lista di consulenti del tutto inutili, arruolati nel corso degli anni.

 

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