Lettera a Itv dal carcere, Genovese: Estraneo ai fatti, mai riconosciuto i miei attentatori

Una lunga lettera dal carcere di Damiano Genovese che chiarisce la sua posizione dopo l’arresto nell’ambito dell’inchiesta sul Nuovo Clan Partenio: "La sera del 21 settembre - scrive tra l’altro l’ex consigliere comunale di Avellino - io non riconobbi i miei attentatori. Mai partecipato alle aste giudiziarie. Estraneo ai fatti. La gente che mi conosce non cambierà idea su di me"

“Non ho mai riconosciuto i miei attentatori, non avrei mai potuto, era buio pesto ed erano a distanza non davanti alla mia abitazione”. La versione, in merito al nostro servizio andato in onda due giorni fa e che ricostruiva, attraverso quanto scritto dai magistrati della Dda e dal gip del tribunale di Napoli, quanto avvenuto la notte degli attentati ad Avellino (21 settembre 2019), è quella di Damiano Genovese, che ha deciso di scriverci una lettera dal carcere attraverso cui cerca di smentire le accuse nei suoi confronti che ne hanno provocato l’arresto.

“Quella notte”, quella delle mitragliate contro le auto della sua famiglia, “ho potuto prendere solo atto del rumore creato presso le abitazioni dei miei parenti – scrive a mano Genovese – in sostanza solo dopo che era finito. Era buio pesto e non avrei potuto riconoscere mio fratello a tre metri, figuriamoci quelle persone che stavano a 50 metri da me”. Ma nell’ordinanza del gip e dalle intercettazioni captate di un dialogo con una parente Genovese invece sostiene di aver visto in faccia gli attentatori e preso il numero di targa dello scooter, oltre ad aver preso in mano una pistola “per spararli in testa”, dice letteralmente. “Poi è ovvio che nelle intercettazioni può uscire altro oppure delle frasi – scrive sempre Genovese a tal proposito – ma possono riferirsi ad altro”, si giustifica, “io voglio che sappiate solo la mia versione. Ognuno fa la sua parte, la procura deve fare il suo lavoro ma io devo fare anche i miei interessi se per me non sono cose giuste”, continua a difendersi Genovese, che poi spiega di essere completamente al di fuori del business delle aste giudiziarie.

“Lo sa tutta Avellino che non mi parlo dal 2009 con Livia Forte  (zia della moglie dello stesso Genovese, ndr), sono indagato e arrestato solo per aver detto che lei aveva preso 25mila euro da una persona per non partecipare a un’asta. Ma non è neanche vero che io ero il tramite per chiedere i soldi a Livia Forte primo perchè non avevo rapporti, poi dalle intercettazioni emerge che il rapporto è tra lei e Nicola Galdieri, che nasce nel 2017”, spiega l’ex consigliere comunale della Lega che infine tiene a precisare anche sull’accusa di voto di scambio politico mafioso.

“Faccio politica da 15 anni, sono cresciuto ad Avellino e mi conoscono tutti, le intercettazioni dicono che lo scambio di voto lo abbia fatto Morano e non io. Non emerge nessuna intercettazione dove io chiedo ai soggetti del clan di aiutarmi a trovare i voti, o qualcuno del clan chiede di candidarmi. Non c’è scritto da nessuna parte che ho ricevuto i voti del clan”.

“Infine – conclude Genovese – perchè si parla solo dei miei fatti e dell’atto intimidatorio ai miei parenti, che poi si parla di parte lesa, veramente sono così importante?” Si interroga e ci interroga Genovese a cui ci sentiamo solamente di rispondergli che non siamo noi ad attribuirgli questa importanza, bensì la Dda. Non solo, Genovese ci suggerisce di raccontare altro: “Perchè non parlate delle intercettazioni che riguardano il clan Partenio, dove si parla di usura, estorsione, turbativa d’asta (abbiamo puntualmente documentato, quando l’inchiesta scoppiò, tutti gli atti e le intercettazioni riguardo a queste determinate vicende, i servizi sono a disposizione di Genovese e degli utenti sul nostro sito e sul canale youtube, ndr).

“Veramente credete che l’opinione degli avellinesi o irpini che mi sostengono cambia? Purtroppo non cambia perchè sono stato sempre una persona onesta e disponibile con tutti”, conclude così la sua lettera Genovese, che ora attende di potersi difendere nelle sedi opportune

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