Interrogatori garanzia: i boss restano in silenzio, Genovese e Aprile respingono le accuse

Arresti Nuovo Clan Partenio, agli interrogatori di garanzia i Galdieri, Pagano e Livia Forte si avvalgono della facoltà di non rispondere. Armando Aprile e Damiano Genovese invece hanno respinto ogni accusa: "Indagato solo per colpa del mio cognome" ha detto ai magistrati il figlio del boss Amedeo

Dopo gli arresti, sono iniziati questa mattina gli interrogatori di garanzia per gli indagati dell’inchiesta “Aste ok”. Nel rispetto delle norme anti-Covid, tutte le escussioni si sono svolte a distanza, in videoconferenza, ogni accusato è stato ascoltato dal carcere.

In mattinata infatti sono stati ascoltati dal gip del tribunale di Napoli Fabrizio Finamore gli indagati che sono stati tratti dietro le sbarre a causa della misura cautelare stabilita dal giudice, domani toccherà invece alle persone fermate agli arresti domiciliari.

I boss del Nuovo Clan Partenio, i fratelli Pasquale e Nicola Galdieri, il loro uomo di fiducia Beniamino Pagano e Carlo Dello Russo, questi ultimi tre assistiti dall’avvocato Gaetano Aufiero, hanno fatto scena muta davanti al magistrato, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Stessa scelta per Livia Forte, mentre il fratello Modestino, entrambi difesi dall’avvocato Carmine Danna, ha risposto al gip, dichiarandosi completamente estraneo ai fatti contestati e respingendo tutte le accuse, che lo vedono coinvolto nell’affaire delle aste giudiziarie.

Diversa strategia difensiva invece per Damiano Genovese e Armando Aprile. Genovese, difeso dagli avvocati Claudio Mauriello e Gerardo Santamaria, ha risposto per 40 minuti a tutte le domande del gip, respingendo ogni addebito e ricostruendo la sua versione in merito alle contestazioni, dichiarando la sua estraneità a tutte le incriminazioni promosse dalla procura. A testimonianza della validità delle sue affermazioni, Genovese ha fatto notare agli inquirenti che nonostante sia il nipote acquisito di Livia Forte, ritenuta dalla procura antimafia il vero dominus del business delle aste giudiziarie, in oltre due anni d’inchiesta non è risultata agli atti una sola intercettazione nè un’indagine in cui emerga un interessamento di Genovese sull’affaire delle aste pilotate, di cui dunque non discutono mai. “Quello che sconto è il cognome e l’essere un personaggio pubblico”, ha detto l’ex consigliere comunale della Lega al magistrato, “ecco perchè sono stato coinvolto nelle indagini”.

Infine anche Armando Aprile, difeso dall’avvocato Alberigo Villani, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, contestando di non aver mai partecipato alle attività illecite del Nuovo Clan Partenio e affermando di non aver mai minacciato nè estorto soldi a nessuno per le aste giudiziarie.

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