Il Covid tra Campania Gialla e facce che non arrossiscono

Evviva! Ieri anche i maggiori giornali del Sud, con le loro firme più importanti, hanno dovuto finalmente prendere atto che mettere la Campania in Area Gialla è stato – diciamo così – come nominare il pronipote di Dracula primario di Ematologia – indifferentemente – del Cardarelli di Napoli o del Moscati di Avellino od anche del San Pio di Benevento.

Perdonate la sottolineatura, ma noi di Irpinia Tv abbiamo da subito duramente criticato la scelta del ministero della Salute, suggerita dal Comitato tecnico scientifico (d’ora in avanti Cts), di colorare a basso rischio Covid la Campania. Lo abbiamo fatto la sera stessa in cui il Premier ne ha dato comunicazione e nei giorni successivi. E lo abbiamo fatto – scusate l’insistenza – non perché ci riteniamo più svegli e arguti degli altri, ma semplicemente perché – a differenza di diversi altri – non siamo prevenuti nei confronti di De Luca. Ragion per cui, se il presidente della Campania esprime un punto di vista ben motivato e documentato, non abbiamo alcuna difficoltà a condividerne e sostenerne i contenuti.

D’altra parte, se in queste ore si sta rivedendo la mappa del rischio, e fonti attendibili danno per assai probabile la collocazione della nostra regione in Area Arancione – se non proprio Rossa, secondo la valutazione di De Luca – significa che l’attuale color Giallo è stato deciso – giusto per giocare con i colori – all’acqua di Rosa. Staremo a vedere.

Intanto può essere interessante riflettere sugli effetti deleteri che il combinato disposto caos Cts – conflitti tra Governo centrale e Regioni sta producendo nei comportamenti delle persone, ovvero nell’ambito che proprio gli esperti definiscono essenziale per poter contenere la diffusione del contagio. Restiamo in Campania: nessun’altra realtà territoriale si presta meglio, oggi, per esemplificare il paradigma dei paradossi tecnico-scientifici e politici della strategia governativa nella lotta al Covid.

Un amico oncologo napoletano, professionista eccellente e di rara sensibilità sociale, mi ha inviato ieri un whatsapp che rende plastica l’idea di come i comportamenti della gente possano essere influenzati da scelte e comunicazioni istituzionali sbagliate o comunque superficiali. Il testo del messaggio riprende di fatto la cronaca dei notiziari televisivi della sera prima.

Eccolo: “Ma cosa sta succedendo? A Napoli, zona collinare, file di ambulanze con medici e infermieri che girano con le bombole d’ossigeno per soccorrere le persone con la polmonite: non si sa più dove ricoverarle, non si trovano più posti letto per tutti, ormai li curano perfino nelle auto. Scene apocalittiche, mentre a qualche chilometro in linea d’aria, sul lungomare, tanta gente che passeggia spensierata, e affolla i ristoranti, e mangia tranquilla, infettando e infettandosi, inconsapevole del rischio. Non so più che pensare… Siamo in un mondo di pazzi ormai degenerato e senza scampo”.

È la fotografia spietata ma – ahinoi – vera e inappellabile dell’orgia di incoscienza collettiva che si sta consumando in molti, troppi luoghi della Campania, per quanto più direttamente ci riguarda. Accade, certo, per colpa dei negazionisti ideologizzati o scioccamente “à la mode”: da questa parte i pentiti spuntano come funghi e piagnucolano se essi stessi o i parenti stretti e amati vengono colpiti dal Virus e finiscono con l’ossigeno in un letto d’ospedale.

Certo, accade anche per colpa di non pochi giovinastri che sfidano per gioco il Virus ritenendosi stupidamente esposti a rischio lieve perché qualcuno, ancora più stupido, ha raccontato loro che di Covid muoiono soltanto gli anziani e nemmeno tutti se non hanno minimo tre patologie gravi.

Ma cosa dire di amministratori pubblici, come il sindaco di Napolio quello di Avellino, che pur di fare il controcanto a De Luca, giusto per darsi un ruolo, negano l’evidenza drammatica dei numeri, vestono i panni degli eroi non si capisce “de che”, e indirettamente incoraggiano al tutto aperto, basta lockdown, niente coprifuoco, tutti al mare – anche d’inverno – a mostrar le chiappe chiare, e facezie e quisquilie di questo tenore infantile e incosciente?

Epperò, va aggiunto: non è forse colpa grave soprattutto del governo centrale – che fa apparire Paradiso ancorché Giallo l’attuale Inferno del Covid in Campania – se sindaci in malafede o distratti, negazionisti irresponsabili, giovinastri stupidi e adulti idioti a vario titolo si appigliano proprio alle scelte sorprendenti di Palazzo Chigi e agli improbabili algoritmi di questo Cts per fornire alibi alla loro spensierata gestione dell’emergenza?

Al mio oncologo napoletano ho inviato questo messaggio in risposta al suo: “Sono immensamente addolorato per quanto sta accadendo a Napoli. E sono altrettanto preoccupato per Avellino e per l’Irpinia, dove il contagio si va diffondendo a macchia d’olio. Non vorrei vedere anche qui le scene contrastanti di Napoli: povericristi contagiati che vengono curati perfino nelle auto, per esaurimento di posti letto al Moscati, e la tranquilla movida al Corso, magari con il sindaco – questo sindaco – a metterci un tocco d’Enjoy”.

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