Fuori controllo tutto, non solo i contagi Covid
Nel giro di un mese, da “Santo subito!”, invocazione sostenuta dal 70 per cento dei consensi, a “Sgovernatore”, per dirla con il sarcasmo di Marco Travaglio, oppure e peggio a presunto “Capo Untore”, ossia a responsabile dell’esplosione Covid in Campania, nell’interpretazione (chiaramente strumentale) dei manifestanti di Napoli la notte di venerdì, otto ore dopo l’annuncio, da parte di De Luca, della necessità di chiudere la regione (un lockdown generalizzato che comunque non ci sarà alla luce delle determinazioni emerse dalla Conferenza Stato-Regioni di ieri sera).
C’è qualcosa che non torna nella rappresentazione dello Sceriffo a luci così fosche. Nella testa di molta gente, quella del sottoscritto compresa, si fa sempre più spazio l’idea che non sono fuori controllo soltanto i numeri dei contagi, in Campania come nelle maggiori regioni italiane. Più si ascoltano e leggono dichiarazioni al riguardo da parte di politici e rappresentanti istituzionali – nella periferia italiana al pari del centro – tanto più ci si convince che ormai sta andando fuori controllo tutto, a cominciare dal buon senso, virtù mai tanto indispensabile come quando si è al cospetto di una tragedia.
Ecco, per cominciare, non si può pretendere che si abbia sufficiente buon senso se non c’è la consapevolezza – per usare le parole proprio di De Luca – che “siamo ad un passo dalla tragedia”. E che rischiamo di vedere anche in Campania i camion militari trasportare centinaia di bare “senza lacrime e senza fiori”: poco importa – vorremo dire al sindaco di Avellino, che mai smette i suoi stucchevoli show – se sono bare di Napoli o dell’Alta Irpinia, considerato che la conta complessiva dei decessi, soprattutto sotto il profilo umano, è una variabile indipendente dall’ospedale e dalla provincia in cui si muore.
Con ogni probabilità, allora, se i manifestanti di Napoli – ci riferiamo a quelli in buona fede, non alle truppe organizzate dalla camorra – avessero avuto piena consapevolezza di velocità e numeri raggiunti dall’infezione, si sarebbero fatti una valida ragione della necessità di chiudere ciò che va chiuso in caso di un’emergenza sanitaria prossima alla tragedia, peraltro non solo in Campania e in Italia bensì in tutta Europa, giusto per fermarci dalle nostre parti.
Ma possiamo puntare l’indice contro quei manifestanti esagitati, finalmente con la mascherina (per sicurezza anti-Covid o per non farsi riconoscere?), se nemmeno un ministro della Repubblica italiana, la Azzolina, non prende ancora coscienza della necessità di chiudere le scuole proprio sull’esempio di quanto ha fatto De Luca?
Spieghiamoci. Il sottoscritto non ha titoli per dire se le scuole vadano chiuse o meno. Il sottoscritto scrive ciò che ha appena scritto dopo aver letto quanto ha sostenuto ieri sul Corriere della Sera, non un pinco pallino qualsiasi, ma un signore che porta il nome di Roberto Battiston, eminente Fisico, docente all’Università di Trento, già presidente dell’Agenzia spaziale italiana.
Proviamo a riassumere per voi. L’andamento dell’epidemia nel nostro Paese è cambiato nel giro di un paio di settimane. Perché avvenga un fenomeno del genere, “… è necessario un evento che abbia improvvisamente mutato i comportamenti sociali di milioni di persone”. L’unico evento del genere che si è avuto di recente è la riapertura delle scuole, circostanza che “… ha messo improvvisamente in movimento quasi otto milioni di persone: esattamente quello che serve per spiegare i dati”, ossia la crescita esponenziale degli infettati.
Va aggiunto che lo scienziato non si limita all’enunciazione del suo teorema: lo dimostra attraverso l’analisi dei numeri restituiti dall’Unità di crisi centrale. In particolare, vien fuori che “… nella settimana 26 settembre- 3 ottobre il ritmo di crescita dei contagi nel personale docente è lo stesso di quello del resto della popolazione, quello del personale non docente è poco più elevato (circa l’8%), mentre quello degli studenti è del 36% più elevato del resto della popolazione”. Ma è nella settimana seguente – riferisce l’analisi di Battiston – che la situazione cambia drasticamente: “Il ritmo di crescita degli infetti tra gli studenti è 2,65 volte (+265%) più alto che per il resto della popolazione, quello del personale docente è esattamente il doppio (+200%), quello del personale non docente è 1,67 volte (+167%) più alto del resto della popolazione italiana”.
La conclusione cui giunge lo scienziato è che “La riapertura delle scuole ha agito come un potente amplificatore del contagio, non necessariamente per difetti nell’organizzazione dell’attività all’interno della scuola”. Piuttosto perché “Milioni di ragazzi hanno iniziato a frequentarsi regolarmente negli edifici scolastici portandosi dietro gli effetti delle loro frequentazioni, sport, trasporti, attività extrascolastiche e abitudini sociali”.
Questo esempio, che non è un’opinione ma frutto di un ragionamento basato su basi scientifiche, smonta pezzo per pezzo tutta la “retorica della scuola in presenza” ostentata da intellettuali a vario titolo. I quali, certamente in buona fede ma con altrettanta leggerezza di giudizio, hanno puntato l’indice contro De Luca quando questi ha “dovuto” decidere la chiusura degli istituti e l’opzione per la didattica a distanza. Evidentemente l’ordinanza del governatore era dettata dal buon senso comune, e nel suo caso buon senso “dovuto”, derivante dalla conoscenza dei ritmi di crescita dei contagi nella scuola.
Ora, e in conclusione, la domanda è: allo stato dei fatti è ancora possibile rimediare all’impazzimento collettivo – dove per fregola di protagonismo, dove per interesse politico, dove per affarismo – che sta facendo affondare la nostra Nave Umana e Sociale sotto la tempesta del Covid? Non il sottoscritto, che non ne ha titolo, ma gli uomini di adeguata Scienza dicono che è possibile se si riportano dentro il controllo della Ragione le decisioni politiche, i comportamenti istituzionali (basta con certi deputati che si vestono da Pm, basta con i sindaci Masaniello esibizionisti che giocano perfino con le tragedie, basta con le aggressioni gratuite ai responsabili della Sanità !) e i comportamenti individuali di noialtri comuni cittadini che non sempre siamo dalla parte del giusto. Abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo ancora. L’importante è agire subito e con saggezza.
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