Campania e Mezzogiorno fanalino di coda in Europa per l’occupazione femminile

Le regioni meridionali italiane sono le ultime in Europa per tasso di occupazione secondo l’Eurostat. E, nonostante la ripresa nell’ultimo anno, a pagare il prezzo più alto è la Campania, dove lavora solo una donna su 3

Il Mezzogiorno d’Italia continua a rappresentare il punto di maggiore crisi occupazionale per l’intero territorio continentale, con Calabria, Campania, Sicilia e con la Puglia negli ultimi posti secondo l’Eurostat. Non basta la migliore performance della Campania, cresciuta di un punto percentuale nell’ultimo anno, ad invertire un gap storico che la regione sconta rispetto al resto dell’Italia e dell’Europa. Nelle cinque province campane lavorano il 45,4% dei residenti tra i 15 e i 64 anni, contro il 62,2% della media nazionale e il 70,8% di quella europea. Decisiva è la mancanza di lavoro per le donne, che nelle regioni meridionali pagano il prezzo più alto per la condizione di arretramento economico del territorio. Solo il 32,3% delle donne ta i 15 e i 64 anni ha un lavoro – meno di una su 3, quindi -, contro il 53,3 della media italiana e il 66,2 della media europea. Per l’occupazione femminile la Campania è addirittura l’ultima nel Continente. Le cose vanno meglio se si guarda alle donne con istruzione superiore, ma nel complesso la condizione femminile campana e meridionale riflette il gap di un Mezzogiorno che nonostante gli ultimi investimenti del PNRR, continua a restare ai margini delle politiche nazionali.

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