IL CORSIVO – Il caso Ucraina e i nuovi barbari

Non sempre occorre la memoria storica – il passato – per interpretare e capire il presente, ciò che accade oggi, a prescindere dal “perché” accade se quel “perché” é la mistificazione della realtà elaborata dalla propaganda autoritaria.
“Make America great again”. Non è necessario tradurre lo slogan in italiano perché si capisce anche senza conoscere l’inglese. Basta aver visto la faccia di Trump o di Vance o di Musk mentre, estasiati, lo pronunciavano per essere certi di aver capito bene. E non c’è nemmeno bisogno di sapere come quella roba si dice in lingua russa, o meglio in lingua putiniana, perché è ormai accertato che Il Donald e Lo Zar la pensano esattamente allo stesso modo su come si fanno di nuovo grandi gli States e la Russia; e come si fa diventare grande, anzi grandissima, perfino l’Europa con la bacchettina magica – ancorché disinvolta, ironica, cinica – dell’uomo più ricco del mondo: quello che tra i suoi hobby annovera l’esercizio, non proprio spirituale, di fare figli a volontà, poco importa con chi purché li faccia, convinto com’è che la sua naturale genialità sia l’unico antidoto ai mali moderni del genere umano, e che dunque debba essere trasmessa a quanti più esseri possibile, non solo terreni ma anche marziani.
Ora, diciamolo: fare grande un Paese è un’ambizione legittima di un qualsiasi Capo di Stato. Il problema è la “condizione”, il “come” si raggiunge l’obiettivo: ossia se agendo secondo le regole della convivenza civile dei regimi liberal-democratici e del Diritto internazionale oppure seguendo le orme dei barbari.
Orbene é qui che casca l’asino. E con l’asino cascano i politicanti tanto al chilo, gli intellettuali militanti “à la carte”, certi giornalisti ansiosi di servire il padrone, nondimeno i predicatori pacifisti che vanno compatiti, più che perdonati, perché non sanno ciò che dicono. A quest’ultima categoria dello spirito, per esempio, va ricordato che la Pace si fa in due. E che a perderci, se qualcuno è destinato a rimetterci, dev’essere tutt’al più chi la guerra l’ha pensata, voluta e messa in atto, non certo chi l’ha subita. Nel caso specifico, Putin ha invaso un Paese sovrano, l’Ucraina ha dovuto difendersi. Ancora: Putin è responsabile di molte centinaia di migliaia di morti e feriti e di immani distruzioni: è lui il boia, l’Ucraina é la vittima.
Epperó un bel giorno irrompe sulla scena Trump, e la trama del film diventa l’opposto di quella originale, quella vera. The Donald si nomina Regista Unico della Pace a senso unico, e riscrive la sceneggiatura a modo suo, negando l’evidenza, dileggiando il presidente ucraino: la guerra l’ha voluta Zelensky, praticamente è lui stesso che si è invaso; Putin è un chierichetto immacolato, il classico esemplare d’umanità votato alla santificazione.
“Make America great again”, dunque. E giacché ti trovi, Make anche Russia di nuovo grande. Musica per le orecchie di Putin: non solo la riabilitazione dal giudizio di “criminale”, che peraltro proprio gli americani gli avevano affibbiato, ma tappeti dorati – mentre si parla di Pace – per fargli vincere subito una guerra in cui s’era impantanato per tre lunghi anni. Tutto grazie al tocco magico di Donald: niente più armi all’Ucraina, stop aiuti d’ogni genere, via libera a Putin di intensificare i raid aerei senza poter essere più intercettati. In buona sostanza, l’America di Trump che diventa complice di Putin per completare il massacro del Paese invaso, lo stravolgimento d’ogni regola e logica del Diritto internazionale. Di più: ottant’anni di civiltà Occidentale e di convivenza pacifica e democratica buttati alle ortiche in dieci minuti da due governanti stramiliardari, Trump e Musk, assistiti dal Vice-Presidente degli Stati Uniti JD Vance.
“Make America great again”. Sì, ma come? Con il pensiero politico alto e nobile, con il salto di qualità di un nuovo umanesimo, con la forza dell’intelligenza e della scienza, con la costruzione di una società meno squilibrata tra ricchezze e povertà, con la riscoperta di grandi ideali e irrinunciabili valori di libertà e diritti?
Macché! Il caso Ucraina, per come si é consumato in questi ultimi dieci giorni, è la rappresentazione plastica della maschera del falso pacifismo che cade e mette in luce l’estorsione, il ricatto, la forza delle armi di un autoritarismo bieco, tutto sintetizzato nel patto di volgare sciacallaggio politico e umano sottoscritto da Trump e Putin: le “terre rare” dell’Ucraina agli States, i territori ucraini, “rapinati a mano armata” e sotto la minaccia nucleare, a Putin.
L’asino casca, ed era tutto premeditato, dove cominciano gli interessi e le ambizioni neo-imperialiste di Trump, di Musk, di Putin. Ovvero dei nuovi barbari.
Così – con il sangue di centinaia di migliaia di morti e con la cinica attività estorsiva di cultura mafiosa – é semplice “to make great” qualcosa. Ma sarà davvero di nuovo grande l’America costruita con questi “mattoni”? E quanto durerà? Di converso, non ce n’è abbastanza perché l’Europa abbia finalmente un sussulto di orgoglio e ridia ai nuovi barbari la lezione di Civiltà di cui é storicamente capace?

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