L’Irpinia idrica esclusa dal PNRR per la crisi dell’Alto Calore (in attesa del riassetto)

Su 23 progetti finanziati dal PNRR alla Regione Campania per il comparto idrico, fognario e depurativo con 212 milioni, l’Irpinia è rimasta esclusa fino ad ora a causa della crisi finanziaria dell’Alto Calore, ora atteso alla svolta con il riassetto dopo il sì del tribunale al Piano concordatario

Nell’ambito delle risorse assegnate alla Regione Campania a valere sulle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Ente Idrico Campano ha già impegnato 212 milioni e 126mila euro a copertura di 23 interventi nel comparto infrastrutturale idrico, fognario e depurativo. Si tratta di un programma significativo, per il quale l’Irpinia è rimasta esclusa fino ad ora a causa della crisi finanziaria e giudiziaria dell’Alto Calore, alle prese dal 2018 al 2024 con una procedura fallimentare superata soltanto nell’autunno scorso, con l’ammissione al Piano concordatario presentato nel luglio 2022. Nonostante gli importanti investimenti fatti dalla Campania sull’Alto Calore, direttamente con lo stanziamento di importanti risorse assegnate nell’ambito della rinegoziazione dei trasferimenti idrici dall’Irpinia alla Puglia, indirettamente con l’accollo sulle casse regionali degli oneri manutentivi e gestionali delle grandi sorgenti di Cassano e Baiardo, ad oggi l’azienda idrica era esclusa per legge dal riparto di investimenti per le infrastrutture. Ora l’Alto Calore è atteso alla svolta con il riassetto anche dirigenziale per il quale si attende un via libera del tribunale, il secondo dopo quello dato al Piano concordatario sul rientro dall’ingente debito accumulato negli anni.

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