Scoperto nell’area di Guardia Lombardi un promettente serbatoio geotermico: acqua a 125 gradi e a 2,3 km di profondità

Il giacimento è stato censito da uno studio di accademici e ricercatori di Roma e Firenze, e pubblicato dalla rivista Renewable Energy, edita dalla prestigiosa casa editrice Elsevier. La realizzazione della mappa in3D incrocia i dati prodotti da Eni sulla mappa di idrocarburi e il progetto Vigor: ora è possibile risalire a dove e in che quantità insistono minerali e acqua

“Riutilizzo dei dati di esplorazione di petrolio e gas per ridurre i rischi dei progetti geotermici: il caso di studio di Guardia Lombardi”. Questo è il titolo della ricerca pubblicata a gennaio e che porta le firme congiunte di accademici di Roma e Firenze, i Cnr delle due città, consorzio interuniversitario nazionale per la scienza di Firenze, e dall’azienda Gartner Italia.

Lo studio parte dai dati divulgati dal progetto Vigor e dall’analisi di pozzi di petrolio e gas già perforati negli anni ’50. Grazie alla dotazione tecnologica altamente performante, oggi gli studiosi sono in grado di reinterpretare i dati censiti da Eni, e produrre mappe aggiornate e dettagliate sul punto esatto di ritrovamento dei minerali del sottosuolo e quantificarli. La ricerca ribadisce il ruolo di primo piano dell’Irpinia come motore nazionale dell’indipendenza energetica e costringe di fatto, il Ministero dell’ambiente e dell’energia a considerare la geotermia una valida alternativa al nucleare.

Intanto perché l’energia geotermica svolge un ruolo chiave nella transizione energetica, perché ridurrebbe considerevolmente le missioni di Co2 e poi perché presenta margini di investimento contenuti.

E’ stato ricostruito un modello geologico 3D dell’area di Guardia Lombardi che ha evidenziato la presenza di un serbatoio geotermico a 125 ◦ C a soli 2300 m di profondità e uno sfruttamento potenziale di tazione di circa 70 kg/s, impiegabile per il riscaldamento e/o raffrescamento residenziale e per la produzione di energia elettrica.

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