IL CORSIVO – Il ministro Santanchè e quella citazione di Gesù

“La ministra non si dimetterà nemmeno con le cannonate!”.
Ha ragione Gloria. Gloria è una Prof romana che fino a un paio d’anni fa era Primaria di Malattie Infettive in un Ospedale Universitario della Capitale. Poi il pensionamento. Bella Persona: eccellente nel suo “mestiere”, accademica di altissimo prestigio, un profilo umano decisamente raro.
La ministra è Daniela Santanché. Finita sotto processo e rinviata a giudizio, da un bel po’ di giorni tiene con il fiato sospeso il partito – Fratelli d’Italia – e la stessa Premier Meloni: in tanti vorrebbero che si dimettesse, ma lei resiste, e pare perfino orgogliosa di resistere. Fino a qualche giorno fa diceva: “Nessuno mi ha chiesto di dimettermi”. Ieri, quando ha finalmente capito che certe cose si possono chiedere anche senza parlare, giusto per stile, è uscita alla scoperto ed è sbottata attraverso il Corsera: “Un pezzo del partito mi vuole fuori? Chissenefega! Pazienza! Ho pochi amici, ma ho sempre contato solo su me stessa”. E ancora, al cronista che le fa notare che la stessa Premier chiede una riflessione sull’opportunità di conciliare indagine penale e lavoro del ministro del Turismo, lei risponde:”Meloni dice che ci può essere un impatto sul mio lavoro? Magari l’impatto sul mio lavoro lo valuto io! Non mi dimetto, vado avanti”.
Nessuna meraviglia, nessuno scandalo. Santanché afferma una cosa vera e scontata quando ricorda che il rinvio al giudizio non è una condanna. Tuttavia il suo problema è un altro. Il suo problema è che da quando è in politica – ed è tantissimo tempo – non si è mai lasciata sfuggire l’occasione di chiedere le dimissioni del politico di turno anche soltanto e semplicemente destinatario di un avviso di garanzia. Il rinvio a giudizio è già uno stato parecchio più avanti, ancorché semplicemente e soltanto un rinvio a giudizio. Sicché, più appropriatamente sul piano dell’etica politica, per la ministra ci piace parafrasare una citazione attribuita al rabbino Hillel e utilizzata da Gesù: “Non fare agli altri – quando ti conviene e perfino esagerando – ciò che non vorresti fosse fatto a te”.
Farà sua la saggezza di questo principio? Certo che no! Troppo piena di sé per vestirsi d’umiltà.

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