Nella Zes di Flumeri 3 nuovi stabilimenti, ma è calato il silenzio sui suoli della ex IIA
Il Consorzio Asi di Avellino ha definito l’iter che consente l’insediamento e l’apertura di 3 stabilimenti a Flumeri, nell’Area Zes di Valle Ufita, per complessivi 32mila metri quadri. Una goccia nel mare rispetto ai 600mila non utilizzati dalla ex IIA, su cui però dopo tanti annunci è calato il silenzio
Nell’attesa che le grandi infrastrutture per i trasporti e l’industria vengano completate in Valle Ufita tra il 2027 e il 2028, quando si attende il doppio taglio del nastro per la Stazione ferroviaria di alta capacità Hirpinia e per la collegata piattaforma logistica, continua a crescere l’interesse degli investitori per il polo produttivo inserito nella Zona Economica Speciale. Il gestore dell’area attrezzata, il Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Avellino, ha definito proprio in questi giorni le diverse procedure per l’apertura di 3 nuovi stabilimenti nel territorio di Flumeri per complessivi 32mila metri quadri. In particolare, l’ASI ha assegnato un lotto di oltre 11mila metri quadri alla CO.BI.EM. di Pianodardine, per la lavorazione di pietre e granulati a beneficio dell’edilizia. Nel contempo, ha avviato il trasferimento di proprietà di suoli per 10.250 e 12.751 metri quadri rispettivamente alla Metallurgica Irpina di Ariano e alla Tecnia di Castel Baronia, mentre prepara la cessione dei 50mila dell’ex EDISON. Di fronte alla grande richiesta, l’ASI di Avellino sta centellinando le superfici disponibili, non avendo la possibilità di liberare la porzione maggiore, che resta al momento fuori dai giochi. I lotti in affidamento sono una goccia nel mare, infatti, se paragonati ai 600mila quadri ancora in quota, benché mai utilizzati, alla ex IIA. Dati alla Fiat – poi Iveco – nel 1976, poi resi disponibili alla IIA nata dalle ceneri della Irisbus poco più di dieci anni fa, al momento i suoli sono stati trattenuti dal Ministero in favore del nuovo azionista della Industria Italiana Autobus, oggi Menarini, ma continuano a restare inutilizzati malgrado i tanti annunci su cui è calato il silenzio.
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