“Un cuore grande sotto l’uniforme”, a Sant’Angelo la cerimonia in ricordo del generale Enrico Repole
Questa mattina al centro sociale Don Bruno Mariani le testimonianze del profilo umano e professionale del generale di corpo d'armata che viene ricordato come un servitore dello Stato innamorato della sua terra e sostenitore dell'uguaglianza e dell'unità sociale
“Per me fare memoria di mio padre non significa celebrare la sua persona, ma trasmettere valori alla comunità che ha bisogno di unità e pace”. Così ha concluso Rosanna, non solo in qualità di figlia di uno dei personaggi che più hanno dato lustro a Sant’Angelo e all’Italia, ma anche di primo cittadino impegnata a ripercorrere le tracce di uguaglianza e giustizia solcate dal Generale Repole.
Una nutrita platea di studenti, estimatori, familiari e conoscenti, ha condiviso il ricordo del servitore dello Stato, dell’uomo innamorato della sua terra, il suo impegno sociale, l’empatia e l’umanità. Tutti gli interventi hanno aggiunto tessere per sagomare il profilo di una personalità carica di valori umani e testimone di opere di pace. Lui ha impedito l’avanzata dei carrarmati di Tito al confine italiano, ma si è soprattutto distinto all’indomani del terremoto del 1980, nel coordinare gli aiuti e accelerare i soccorsi.
Nel segno del suo impegno, sua figlia Rosanna ha indetto per gli alunni del De Sanctis e del Criscuoli, il concorso “Soldati di pace” per sottolineare che la pace non è un processo compiuto, ma necessita di continue conferme.
I commenti sono chiusi.