IL CORSIVO – Il Cardinale Ruini e la politica senza demoni

Nell’intervista di ieri al Cardinale Ruini raccolta da Aldo Cazzullo per il Corsera, ci sono alcune domande ed altrettante risposte di natura squisitamente politica che dovrebbero indurre i leader dei partiti italiani – tutti, nessuno escluso – ad un supplemento di riflessione circa il modo di interpretare correttamente le regole del gioco democratico e i rapporti con gli avversari.
Le stralciamo dalla lunga e interessantissima conversazione tra l’alto prelato ed uno dei più prestigiosi giornalisti del nostro Paese.

1) D: “È vero che lei era un sacerdote progressista, che celebrò il matrimonio di Prodi? In seguito ha cambiato idea, sul progressismo e su Prodi?”.
R: “Non sono mai stato un progressista. Semmai, se vogliamo usare queste categorie, un conservatore. Ero molto amico di Romano Prodi e ho celebrato il suo matrimonio. Nei nostri rapporti c’è stato un equivoco, almeno da parte mia: ritenevo che lui la pensasse come me. A ogni modo per Prodi provo amicizia e stima, che so ricambiate”.
2) D: “Lei guidò la Chiesa italiana dopo la fine dell’unità politica dei cattolici, insomma della Dc. La rimproverano di avere appoggiato Berlusconi. Lo rifarebbe?”.
R: “Ho appoggiato Berlusconi nel senso che non l’ho demonizzato. E ho cercato di collaborare con lui per il bene del Paese. Nella sostanza terrei anche adesso questa linea”.
3) D: “Lei ha difeso Salvini quando ostentava il crocefisso e il rosario. Oggi però Salvini appare ridimensionato. Dove ha sbagliato? Questo abbraccio con il generale Vannacci non rischia di soffocarlo?”.
R: “Forse si è allontanato troppo dalle istanze originarie della Lega. Ma non mi sento di dare giudizi al riguardo”.
4) D: “Giorgia Meloni come la trova?”.
R: “Insieme al Presidente Mattarella, e nella diversità dei rispettivi ruoli, Giorgia Meloni mi sembra l’architrave su cui si regge oggi la politica italiana. Le auguro di proseguire con coraggio, per il bene dell’Italia”.
5) D: “La conosce personalmente?”.
R: “Sì. La conosco, e la stimo molto”.
6) D: “Ed Elly Schlein?”.
R: “Le nostre vedute sono molto distanti, in particolare sui grandi temi etico-politici. Ciò premesso, come personaggio politico mi pare vivace”.

Fin qui lo stralcio dell’intervista. Al di là delle personali convinzioni del Cardinale – condivisibili o meno, ma che comunque esprimono tuttora il pensiero prevalente della Chiesa – andrebbe piuttosto assunta e rigorosamente rispettata, com’egli in sostanza suggerisce, la regola di non demonizzare l’avversario. È la negazione di fatto di questo principio che da troppo tempo svilisce il confronto democratico, riducendolo al più becero manicheismo del Bene e del Male arbitrariamente collocati a destra o a sinistra a seconda di chi recita la parte.
La schiettezza del Cardinale Ruini è anche un garbato invito a ragionare di politica liberandosi dai pregiudizi. Il Bene e il Male si riscontrano storicamente a destra, a sinistra e al centro. Soltanto i “fatti” che la politica programma e realizza aiutano a distinguere con accettabile approssimazione i demoni dagli angeli ovunque essi siano. Amen!

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