IL CORSIVO – DAI CAMPI LARGHI AI CARRI FUNEBRI

Il M5S sta passando direttamente dalle batoste elettorali agli scongiuri. La guerra fratricida Conte-Grillo, infatti, ormai si fa con le armi non convenzionali, letteralmente funeree. Il Fondatore ed ex Garante, imprevedibile come sempre, stavolta s’è inventato un colpo di teatro sicuramente di pessimo gusto ma comunque originale. Ha lanciato i suoi ultimi anatemi parlando a bordo di un carro funebre, video messaggio su Facebook.
Giù il finestrino e via: “Il M5S è sceso dal 25% a meno della metà. E mi si accusa di essere il padre padrone. Il mago di Oz mi ha accusato di essere il sopra elevato. Dal suo punto di vista da un sottopassaggio è chiaro che mi vede come il sopra elevato… Lui ha questa leggera psicosi… La politica è da analizzare sotto il profilo neurologico. Perché sono sindromi queste: lui soffre di questa sindrome ripetitiva e compulsiva di proiezione a specchio. Butta sugli altri quello che è già lui… Io e Casaleggio non abbiamo mai avuto titoli per fare ministri o altro. E poi il M5S si è trasformato in un partitino progressista, con questi giochetti che faceva neanche la Dc di vent’anni fa. Io ti appoggio il candidato Pd in Liguria e in Emilia e tu mi appoggi il ch’aggià fa’ con gli autobus e la scorta in Campania. Questi giochetti qua hanno trasformato questo partitino in niente. Non c’è più niente…”. E via discorrendo.
La replica (altrettanto retorica) di Conte all’idea del carro funebre: “Beppe ha ragione in un certo senso. Il M5S fondato da lui è morto, ma non sono morti i principi e i valori perché c’è stata una rifondazione da parte degli iscritti”.
Insomma, siamo agli stracci in faccia. Con il campo largo che assieme a non poche frizioni e tensioni viene oggi attraversato anche dal carro funebre di Grillo con dentro il cadavere della storia grillina. Erano arrivati sulla scena politica con l’intenzione dichiarata di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, e si sono ridotti a recitare il requiem per se stessi.
Ne prendano atto tutti i demagoghi del teatrino italiano. A cominciare da Landini, quello che invoca la “rivolta sociale”, e che – alla maniera 5Stelle – vuole rivoltare il Paese Italia come un guanto.
La Politica e la Democrazia sono altra cosa. Cosa complessa, sofferta, faticosa. Ma altra. E soprattutto nobile.

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