IL CORSIVO – Autonomia, la Consulta conferma: porcata la Legge Calderoli

La notizia è di ieri ed è decisamente clamorosa. La Corte Costituzionale ha accolto (parzialmente) il ricorso presentato dalle Regioni Campania, Puglia, Sardegna e Toscana contro la legge sull’Autonomia differenziata elaborata dal ministro leghista Roberto Calderoli e trionfalisticamente approvata dalla maggioranza governativa.
In buona sostanza la Corte ha ritenuto “non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge”, ma ha giudicato “illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo”. Si tratta complessivamente di sette disposizioni che, secondo gli esperti, rappresentano i pilastri dell’intero impianto legislativo. In altre parole, la Corte ha di fatto smantellato l’assetto costruito da Calderoli, dando così ragione – innanzitutto, ancorché indirettamente – al presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, che per primo aveva intuito il bluff del ministro leghista ingaggiando una battaglia politica ragionata e intransigente fino al ricorso alla Consulta.
Ora tutto si ferma. La fretta dei leghisti evapora. Delle revisioni e correzioni disposte dalla Corte dovrà occuparsi il Parlamento. Una marcia indietro clamorosa a riprova che la legge Calderoli – per usare un’espressione molto cara allo stesso ministro – era (è) un’autentica “porcata”.

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