IL CORSIVO – Se Musk sputa sulle istituzioni italiane e Giorgia tace

Siamo alla frutta. Forse già oltre. Non si capisce in base a quale idea di democrazia, od anche soltanto in base a quale regola minima del galateo politico, il Signor Elon Musk si consente il lusso di entrare negli affari italiani per esprimere giudizi sui nostri giudici. Conosce la nostra Costituzione e l’organizzazione dei poteri dello Stato? Ne dubitiamo, a ragione veduta, considerato che ieri mattina il Signor Musk – non si capisce se in preda ai fumi dell’alcol oppure con il microbiota in sofferenza per eccesso di cibi grassi – ha sputato una sentenza che nemmeno la Corte di Cassazione potrebbe anche soltanto ipotizzare. Riferendosi allo scontro tra il governo Meloni e i tribunali sul trattenimento dei migranti nei Cpr in Albania, ha postato su X il seguente laconico commento: “Questi giudici se ne devono andare!”.
E lui chi è per poter fare un’affermazione così oltraggiosa, anche a prescindere dal merito della vicenda? Certo, è l’uomo più ricco del mondo. E con ciò? Certo, ha avuto l’applauso del Vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. Ma c’è da meravigliarsi?
Parole sagge sono arrivate dal membro laico del Csm, Ernesto Carbone. Ha detto: “Questi nuovi oligarchi che sfruttano mondi nuovi – come lo spazio, l’etere, i social e le moderne tecnologie – per controllare la politica mondiale sono un pericolo per la democrazia. Dopo un’incursione nella politica tedesca, oggi il ‘giurista’ Elon Musk entra in modo violento criticando un potere dello Stato. Tutto questo è inaccettabile ma soprattutto pericoloso”.
La nostra chiosa è doverosa e semplice. È stata la Premier Meloni ad autorizzare lo sputo del suo amico Musk sulle istituzioni del nostro Paese? Non ha nulla da dichiarare la presidente del Consiglio? Ha già fatto tutto Salvini e lei se ne sta zitta?

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