Caso oro votivo trafugato, il Vescovo rompe il silenzio, nessuna verità nascosta

Mons. Sergio Melillo consegna un’altra lettera ai fedeli: " Non è opportuno lasciarsi irretire da ribalte mediatiche che, in nome di un abusato diritto di cronaca alimentano la logica del sospetto"

Non esiste soltanto un diritto di cronaca ma anche quello alla riservatezza. L’alto prelato non nasconde la sua amarezza nel rilevare che dal 12 ottobre, giorno in cui scoppiò lo scandalo con l’arresto di suor Bernadette, programmi televisivi di spessore nazionale si ostinano a trattare l’argomento con una nota polemica nei confronti del silenzio del Vescovo che su questa storia non ha finora rilasciato alcuna dichiarazione se non un precedente comunicato.  Mons. Melillo, nel nuovo comunicato pubblica sulla pagina fb della Diocesi,  parla di mistificazioni , accostamenti maliziosi e subdole insinuazioni . Darò mandato ad un avvocato di fiducia, si legge nel comunicato, per valutare le azioni legali esercitabili ed eventualmente darvi corso. Poi puntualizza, la suora, secondo una consolidata prassi esecutiva, aveva in custodia gli ori in un settore dell’episcopio riservato alla sua congregazione ed interdetto al clero. Dunque tutte le allusioni a possibili altre mani, per così dire, “leste “, non trovano fondatezza. Vi sono riscontri oggettivi e la confessione dell’indiziata. E’ questa la verità, continua il Vescovo, purtroppo amara e dura a sopportarsi: che una mano domestica si è macchiata di un fatto così empio che nuoce ai beni della Chiesa , infanga scandalosamente la sua immagine , offende la sensibilità dei fedeli e delle comunità parrocchiali in cui ex voto risultano sottratti, benché in parte. Le indagini sono ancora in corso dunque inutile esprimersi su dati ancora generici, sommari e frammentari e soprattutto inutile farsi irretire da ribalte mediatiche che alimentano la logica del sospetto o del romanzo. Il mio silenzio non è volto a celare verità scomode, conclude Mons. Melillo, piuttosto  rispettoso del lavoro che sta conducendo la magistratura.

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