IL CORSIVO – La Waterloo ligure e il Pd di Schlein
Bisogna essere o grandi strateghi che pensano talmente tanto da perdere il lume della ragione, oppure avere nel Dna un vulcano di masochismo che esplode a comando, per fare ciò che hanno fatto Giuseppe Conte e Beppe Grillo, in perfetto sincronismo, la scorsa settimana: ossia quando mancavano pochissimi giorni alle regionali della Liguria. Grande si è rivelata la loro capacità distruttiva. Ma, attenzione, immensa è apparsa quella del Pd di Elly Schlein.
Cominciamo daccapo.
Il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha avuto una crisi d’incontinenza decisionista ed ha comunicato Urbi et Orbi, attraverso le anticipazioni dell’ultimo volume di Bruno Vespa, che ormai è carta straccia, e quindi non va più rinnovato, il contratto in forza del quale il Movimento versa a Grillo trecentomila euro all’anno per la collaborazione nell’opera di rafforzamento dell’immagine dei 5 Stelle.
Il fondatore e garante del Movimento, Beppe, non è stato da meno: dopo aver lanciato la promessa-anatema “Me la pagherà cara”, è stato anch’egli incontinente di rabbiose reazioni: “Da creatore del M5S rivendico il mio diritto all’estinzione del M5S”.
Detto fatto. Domenica e lunedì si va al voto ed eccoti i risultati del capolavoro di Giuseppe&Beppe: i 5 Stelle rimediano una batosta che si può cinicamente leggere come un avvio di estinzione, proprio secondo la volontà espressa da Grillo; il campo largo si restringe di quel tanto necessario per perdere le elezioni; il centrodestra vince nonostante le macerie giudiziarie della vicenda Toti; trionfa il sindaco di Genova Bucci; soccombe il molte volte deputato e ministro (altro che terzo mandato!) genovese Orlando, liberamente scelto da Schlein, e avanti così verso la prossima “fermata” elettorale, cioè l’Umbria.
Ma è davvero solo colpa della coppia Giuseppe&Beppe la Waterloo del campo largo? Non c’entra niente la strategia della leader Pd che caparbiamente insiste nel voler tenere insieme il diavolo e l’acqua santa – Renzi e Conte, Calenda e Renzi, Renzi con Borrelli e Fratoianni, questi ultimi due con Calenda – giusto per una sommatoria aritmetica anti-Meloni che di politico non ha nulla? Nella sua dottrina politico-istituzionale, un tipo come Bucci, il sindaco di Genova che ha battuto Orlando e tutto l’apparato che gli stava dietro, Schlein come lo definisce: un capobastone, un cacicco, uno lì per caso o cos’altro? Si chiede o no, la segretaria dem, quanto valgono i “territori” in questa sua visione neo-centralistica d’un Pd sempre più oligarchico?
La questione vera è che in Liguria, nonostante quel casuale, provvisorio 28 per cento raccolto, ha perso soprattutto il Partito Democratico, ha fallito l’attuale leadership. E ciò è accaduto per la banalissima ragione che il Pd ha una sua consolidata “ship”, ma non ha un “leader” all’altezza dell’essenza politica e carismatica di cui deve essere dotato un Capo.
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