IIA (ora Menarinibus), i cinesi non si vedono: il sindacato preoccupato chiede aiuto al Governo

La Industria Italiana Autobus ha cambiato nome in Menarinibus, ma il copione resta lo stesso: al Ministero altri annunci sul futuro, ma degli investimenti cinesi nessuna traccia. Sul tavolo per ora c’è il nodo degli esuberi a Bologna. Preoccupato il sindacato, che dopo tre mesi chiede di nuovo aiuto al Governo

Nessun passo avanti sul riassetto societaria della IIA (ora Menarinibus) è stato fatto dopo gli annunci delle scorse settimane. Ieri il tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha fotografato al situazione di stallo nel percorso verso il rilancio del marchio italiano dei pullman. La Industria Italiana Autobus ha cambiato nome in Menarinibus, ma il copione resta lo stesso, ha osservato la rappresentanza sindacale presente a Roma. “Al Ministero sono stati fatti altri annunci sul futuro, ma degli investimenti cinesi nessuna traccia”. Per ora sul tavoloc’è soprattutto il nodo degli esuberi a Bologna. “Confermata la volontà di allocare la produzione esclusivamente a Flumeri, con la previsione di diverse assunzioni, Bologna dovrebbe divenire il sito di progettazione” previa “riconversione di parte degli attuali 75 diretti di produzione”, si legge in una nota congiunta con la quale le sigle chiedono al Governo di farsi garante dell’interesse dei lavoratori e dei territori d’Irpinia e dell’Emilia. Nonostante la direzione di Menarini abbia “assicurato che non ci sarà nessuna azione unilaterale e che quindi proseguirà un confronto con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise sui potenziali esuberi”, al sindacato non basta che il confronto continui a livello territoriale e nazionale. “La ex IIA, ora ridenominata appunta Menarini Spa, è ancora in una condizione di estrema difficoltà”, si sottolinea. Per questo “le organizzazioni sindacali senza pregiudizi si confronteranno con i nuovi azionisti avendo l’obiettivo di tutelare le attività e l’occupazione. E il Governo che si è assunto la responsabilità delle scelte, dovrà esserne garante”.

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