IL CORSIVO – AL SUD È MALASANITÀ, AL NORD SOLO FATALITÀ. MAH!

Venerdì 4 ottobre, un signore di mezza età, A.P., cittadino di Reggiolo (Reggio Emilia) si reca all’ospedale di Guastalla (altro comune della stessa provincia) per un prelievo di sangue. In fila per il Cup, quando arriva il suo turno s’incammina verso lo sportello ma dopo pochi passi avverte un colpo alla testa. Dapprima pensa che qualcuno lo avesse picchiato, subito dopo deve prendere atto che la causa è altra: dal soffitto gli è caduto addosso un pannello colpendolo al capo e alla spalla.
Per fortuna se l’è cavata bene, soltanto cinque giorni di prognosi.
Tuttavia, l’Ausl gli dà una spiegazione singolare: in buona sostanza, lui – il malcapitato – non sarebbe stato molto attento. Impossibile comprendere cosa avrebbe dovuto fare per evitare l’incidente. Magari camminare con il naso all’insù, in un ospedale, per vedere se dal soffitto cadono pannelli?
È solo un banale esempio che ci restituisce la cronaca. Grave, invece, la spiegazione che se ne dà, tutta raccontata in funzione delle coordinate geografiche: se il fattaccio accade in un ospedale del cosiddetto opulento e civilissimo Nord – un pannello che ti cade in testa o la morte in sala operatoria durante l’intervento – la chiamano “fatalità”; se succede in un ospedale della Campania e più generalmente nel cosiddetto povero e arretrato Sud, il vocabolario cambia: la chiamano “malasanità”.
Poggia anche su narrazioni di questa specie tutta la sgangherata filosofia – invero senza “philein” (amore) e soprattutto senza “sophia” (sapienza) – la riforma dell’Autonomia voluta dal leghista, nordista (e potremmo continuare) ministro Roberto Calderoli.
Fatalità e Malasanità: due paroline magiche che nella mente di certa cultura nordista spiegano la diversità – di razza, di cultura, di civiltà – della gente del Nord rispetto alla gente del Sud. Il teorema che Lorsignori si sono fabbricati su misura è questo.
Domanda, allora, dichiaratamente provocatoria: ma cosa stiamo aspettando a farla noi… la Secessione?

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