IL CORSIVO – La contraddizione fondamentale della Premier Meloni sul Mezzogiorno d’Italia

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel videomessaggio per l’inaugurazione della Fiera del Levante. Ecco una parte significativa del testo.
“Nel 2023 il Pil del Sud è cresciuto più della media nazionale, l’occupazione è aumentata in misura maggiore rispetto al resto d’Italia, gli investimenti – che sono la cosa più importante – sono saliti del 50% e il Mezzogiorno ha dato una spinta decisiva alle esportazioni, permettendo così all’Italia di piazzarsi al quarto posto della classifica mondiale dell’export, scavalcando prima la Corea del Sud e poi il Giappone. Quest’anno il Sud è stato di fatto la Locomotiva economica dell’Italia, invece di essere quello che abbiamo visto negli anni passati, quando si trovava quasi sempre ad essere il fanalino di coda. Abbiamo voluto tracciare una direzione nuova, chiara e intendiamo seguirla. Cioè dare alle imprese e ai cittadini del Mezzogiorno la possibilità concreta di dimostrare il proprio valore…”.
C’è qualcosa da dire alla Presidente Meloni, con tutto il rispetto e tutta la simpatia umana che pure ci ispira e nonostante la Lega di Calderoli e Salvini (leggi pure “porcata Autonomia”) e le mille contraddizioni politiche Nord-Sud di Forza Italia e Fratelli d’Italia? Sì: tre cose.
La prima. Il governo Meloni è nato il 22 ottobre 2022. Poi ci siamo fatti le feste di Natale, tre mesi dopo quelle di Pasqua ed è bell’e arrivata l’estate. A prescindere: chi s’intende un po’ di processi economici sa bene che le scelte governative in materia producono effetti apprezzabili non prima d’un paio d’anni. Ergo la Premier, a proposito della “spinta decisiva data dal Mezzogiorno alle esportazioni”, si sta vendendo – come “miracolo” del suo esecutivo – non solo la capacità intrinseca del Mezzogiorno di “fare esportazione”, ma evidentemente anche la parte di merito attribuibile ai precedenti governi. A voler essere seri, in un anno di governo non si fa nemmeno in tempo a programmare il Festival di Sanremo, altro che incidere sui dati economici.
La seconda cosa è riassunta nella contraddizione fondamentale della Premier sul Mezzogiorno d’Italia. Se con il referendum non si riuscirà ad abrogare la legge sull’Autonomia, voluta dalla Lega e compattamente votata da Fratelli d’Italia e da Forza Italia, si ridurrà notevolmente anche la potenzialità del Sud di attrarre investimenti. Perché il Sud – a causa di quella “porcata” – diventerà più povero e più fragile in tutte le categorie del benessere: lo sanno anche i ragazzi di prima media che se un territorio non è in buona salute sociale, economica, sanitaria, adeguatamente attrezzata sul versante dell’istruzione e sul piano infrastrutturale, con tutta la buona volontà non riuscirebbe ad essere competitivo già rispetto al resto del Paese, figurarsi in Europa e nel Mondo.
Terza ed ultima cosa, a completamento della prima, Onorevole Premier. Lei ha detto, per sottolineare la potenza e l’efficienza del suo governo, che nel 2023 il Sud è stato di fatto la “Locomotiva economica d’Italia”.
Si è trattato evidentemente d’un banalissimo lapsus, Presidente Meloni: forse voleva dire Locomotiva “a vapore” dell’economia italiana.

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