Le fronde dei sindaci si moltiplicano nell’Ato di Avellino, Irpiniambiente a rischio
Bloccato da due anni il riassetto della gestione ambientale in provincia di Avellino provoca la fuga dei sindaci che si dividono in gruppi pronti a fare da soli. Dopo Avellino si registrano fronde in Alta Irpinia e nella Valle del Sabato. Irpiniambiente torna a rischio e si avvicina il commissariamento
Bloccato da ormai due anni, il riassetto della gestione ambientale in provincia di Avellino continua a slittare, provocando la fuga dei sindaci che si dividono in gruppi pronti a fare da soli. Il rischio a questo punto è che salti dopo quasi quindici anni anche la gestione pubblica, iniziata nel 2010 con la costituzione della Irpiniambiente spa, ancora oggi il fornitore dei servizi integrati per il ciclo integrato dell’ambito ottimale di Avellino. Dopo il Capoluogo, che da un anno ha affidato raccolta e trasporto ad una società pubblica privata costituita appositamente, la Grande srl, si registrano fronde in Alta Irpinia e nella Valle del Sabato. Recuperata dall’Ato solo dopo lo stop incassato al Tar Campania sulla sua società Irpinia Rifiuti Zero, in liquidazione a pochi mesi dalla costituzione, Irpiniambiente torna a rischio e si avvicina il commissariamento da parte della Regione Campania che non può rischiare tensioni tra istituzioni locali, ma soprattutto, ulteriori ritardi. Mentre a Napoli si sono già uniti i tre enti d’ambito aprendo alla gestione privata dei rifiuti con un bando pubblico, la prospettiva di una privatizzazione anche in Irpinia appare ormai concreta.
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