IL CORSIVO – M5S: quella lettera di Contestazione a Grillo

Lo scontro nel M5S tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte è arrivato alla fase finale. Al “Fondatore” – che ispirandosi a Luigi XV aveva minacciato molto più di fulmini e saette – il “Presidente” ha risposto con calma serafica attingendo a tutta la sua sapienza giuridica. Il senso della lettera – pubblicata ieri in esclusiva dal Corriere.it – è sostanzialmente questo: Tu, Beppe, agiti innocue tempeste in bicchieri d’acqua; Io, Giuseppe, ti dimostro con i fatti che dopo di te non ci sarà alcun Diluvio; e che invece – giusto per dirtelo, non alla maniera di Madame de Pompadour, ma parafrasando Bakunin – con una risata ti seppellirò. Ergo: addio trecentomila euro annui!
Dal faceto al serio. Nella prima parte della lettera, Conte impartisce a Grillo una dotta lezione di Diritto Privato, che peraltro è il suo forte, e gli fa notare, senza possibilità d’appello, che il Fondatore del M5S non può assolutamente imporre alcuna preclusione al potere deliberativo dell’assemblea degli iscritti, ivi compresa la possibilità di cambiare nome e simbolo se ne ricorresse la necessità.
Nella seconda parte della lettera, Conte abbandona la cattedra e con linguaggio più pratico, ancorché nobilitato da una sapiente cornice giuridica, punta direttamente alla tasca del Fondatore. Forse pensando ad un proverbio caro ai genovesi (e Grillo lo è), secondo cui “La salute senza soldi è una mezza malattia”, l’ex Premier scrive: “…Ti aggiungo che alcune tue esternazioni sono del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificamente assunti nei confronti del Movimento con riferimento sia alla malleveria, sia ai contratti di pubblicità e comunicazione: ciò mi obbliga a valutare possibili iniziative dirette a sospendere l’esecuzione delle prestazioni a carico del Movimento derivanti dalla malleveria, e il recesso dai contratti di pubblicità e comunicazione”.
Una roba, ricordiamolo, che vale (appunto!) trecentomila euro all’anno. È pensabile che il Fondatore possa rinunciarci? Probabilmente no. Perché, se è vero che il denaro fa tornare la vista ai ciechi, figurarsi l’effetto su un genovese ben vedente perfino senza occhiali.
Morale: Conte rifarà il Movimento 5 Stelle dandogli linfa e carattere nuovi; Grillo ci penserà trecentomila volte al giorno prima di scassare.

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