IL CORSIVO – Autonomia: la faccia tosta di Calderoli, la complicità della Meloni
Il video della Premier Giorgia Meloni, ieri al ritorno da brevi vacanze e dopo le stupide polemiche sulla sua presunta “scomparsa”.
Lei ha detto: “Eccomi qua, sono ricomparsa. Sono a Palazzo Chigi. Sono grata di essermi potuta riposare un po’, di aver potuto ricaricare le batterie e di aver potuto passare del tempo con mia figlia. Voglio dire che sono consapevole di essere una persona fortunata anche in questo. Alcuni osservatori hanno parlato di difficile estate della Meloni. In realtà le estati difficili sono di quelli che in vacanza non ci sono potuti andare. Voglio dire a queste persone e a tutti gli italiani che farò buon uso di questa energia che ho potuto mettere da parte in questi giorni, anche se non ho mai smesso di essere attenta alle mie responsabilità. Saprò fare buon uso di questa energia. Sono pronta a proseguire il mio lavoro con ancora maggiore determinazione”.
Cosa dire? La presidente del Consiglio esprime concetti decisamente condivisibili. Poi, è chiaro, sono le azioni la prova concreta di attendibilità delle buone intenzioni. Tempo al tempo, dunque. Tuttavia, se possiamo consentirci, qui e subito, un consiglio alla Premier su come parte della sua rinnovata energia possa essere spesa bene, le suggeriamo di prendere più responsabilmente a cuore il problema devastante dell’Autonomia differenziata così come concepita nella Legge Calderoli. Ce l’ha lo stomaco rienergizzato – la Premier – per dire al ministro leghista che la sua riforma è un’autentica porcata e va quindi abrogata?
POST SCRIPTUM 1. A proposito dell’Autonomia, ieri il ministro Roberto Calderoli ha detto: 1) Circa i dubbi espressi dal leader di Forza Italia, Tajani: “… Ogni agosto ci sono le stelle cadenti, i temporali, e i fuochi d’artificio nelle sagre. A fine agosto tutti se ne dimenticano”. 2) A proposito del Referendum contro l’Autonomia: “Non me ne frega niente del Referendum. Io temo che, qualunque sia il risultato, la frattura del Paese ce l’avrai. In ogni caso, ammesso e niente affatto concesso che il Referendum si celebri e passi l’abrogazione, diventerebbe automaticamente il Referendum del Sud contro il Nord. Qualcuno vuole assumersi la responsabilità di spaccare il Paese?”.
Cosa dire di queste due affermazioni del ministro Calderoli, la prima venata di bieco cinismo, la seconda piena zeppa di strafottente arroganza e minacciosa ipocrisia?
Parlano i fatti: non è il Referendum a spaccare il Paese, bensì la riforma-porcata di Calderoli, in perfetta sintonia con l’idea secessionista mai scomparsa nelle politiche dei capi leghisti. A questo riguardo, la Premier Meloni può giocare quanto vuole con le parole, ma non saranno certo le chiacchiere a cambiare la realtà delle cose: ossia la sua complicità, ergo la sua irresponsabilità sul rischio di ritrovarci un Paese spaccato per colpa, non dei connazionali del Nord, ma di chi li rappresenta in Parlamento contro il Sud.
POST SCRIPTUM 2. Per circa due anni, tra i rappresentanti politico-istituzionali di peso, contro l’Autonomia si era battuto quotidianamente soltanto Vincenzo De Luca. Pian piano, ancorché con un bel po’ di ritardo, sono arrivati gli altri, quelli del campo progressista e il sindacato nel suo insieme. Oggi sono in tanti ad aver capito che è questa la madre di tutte le battaglie per il futuro del Paese. Meglio tardi che mai. Comunque.
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