Alto Calore di Avellino all’esame della vita il 17 settembre, ma pesa sui conti l’emergenza idrica
Mentre sui territori le squadre dell’Alto Calore rincorrono i fronti dell’emergenza idrica per tappare le falle di reti ormai obsolete, sale il conto dei lavori, che incide sul bilancio aziendale, atteso dall’esame più difficile. Il 17 settembre c’è l’udienza finale dei creditori
Mancano solo tre settimane all’udienza finale dei creditori, convocati dai giudici presso il Tribunale di Avellino per il prossimo 17 settembre. Sarà il momento conclusivo di un lungo iter avviato nel luglio del 2022 dall’allora amministratore unico Michelangelo Ciarcia su mandato dei soci sindaci irpini e sanniti per ottenere un concordato elaborato per consentire l’uscita dalla procedura fallimentare avviata dalla Procura avellinese oltre cinque anni fa. Dopo aver ottenuto l’adesione sia della maggioranza qualificata che di quella numerica, l’ulteriore verifica non è solo un passaggio simbolico, però. Il Tribunale ritiene evidentemente necessario accertare la concretezza e solidità delle fonti finanziarie e delle entrate messe a garanzia del piano di risanamento stabilito dal concordato. Si tratta, quindi, di accertare se effettivamente l’Alto Calore Servizi di oggi è in grado di onorare gli impegni che ha già assunto con i creditori in questi mesi. La situazione resta fluida, anche alla luce del quadro operativo nel quale l’azienda idrica guidata dall’avvocato Antonio Lenzi è costretto a muoversi. Mentre sui territori le squadre dell’Alto Calore rincorrono i fronti dell’emergenza idrica per tappare le falle di reti ormai obsolete, sale infatti il conto dei lavori, che incide sul bilancio aziendale, lo stesso al vaglio il 17 settembre dei creditori.
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