Asl di Avellino, 490 assunzioni ma ne servono 994: dopo 15 anni pesa ancora il piano di rientro

L’Asl di Avellino ha trasmesso ai sindacati l’aggiornamento del piano triennale assunzioni, che prevede 490 ingressi, di cui 96 medici e 85 infermieri. Ma è meno del 50% di quanto servirebbe per colmare le carenze. Pesa il vincolo di spesa imposto dal Ministero alla Campania dal 2011

All’Asl di Avellino è stato ufficializzato l’aggiornamento del piano triennale per 490 assunzioni entro il 2025 su un fabbisogno di 994 stabilito dalla Direzione Generale. Dei nuovi 490 ingressi, 96 sono medici, 85 infermieri e 123 operatori sanitari. Ma il reclutamento è obbligatoriamente sottodimensionato rispetto alle reali esigenze. L’Azienda Sanitaria deve assumere meno del 50% di quanto servirebbe per colmare le carenze a causa del perdurante vincolo finanziario imposto dal Governo. Pesa il vincolo di spesa imposto dal Ministero alla Campania dal 2011, benché i parametri certificati dalla Regione Campania nelle scorse settimane documentino l’agibilità di un superamento delle restrizioni. La stabilità finanziaria garantita da un ordinato riassorbimento delle esposizioni maturate tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 – con un piano a regime che si concluderà entro tre decenni – associata al superamento dei livelli essenziali di assistenza, consente alla Campania di tornare alla piena autonomia. In termini pratici, ciò non solo permetterebbe una programmazione adeguata delle assunzioni – bloccate per oltre dieci anni con depauperamento di tante professionalità disperse dai pensionamenti -, ma soprattutto consentirebbe di eliminare il vincolo della spesa per il personale. Per i manager della sanità campana c’è l’obbligo di impegnare per pagare medici e infermieri la stessa somma del 2004 con una riduzione percentuale di 4 punti. Dal 2011 la Campania è costretta a fronteggiare la pianificazione e l’organizzazione dei servizi sanitari con budget superati nel resto del Paese da 20 anni. Di fronte a questa situazione, la rappresentanza istituzionale nelle cinque province è chiamata ad uno sforzo responsabile di coesione, aprendo una vertenza bipartisan a Roma, dove le ragioni dei cittadini campani dovranno contare più delle divisioni e degli steccati politici.

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