IL CORSIVO – Gli strani masochismi dei due vicepremier italiani
Ahinoi: i due Vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani (l’ordine di citazione è rigorosamente alfabetico) continuano nella loro assurda guerriglia dopo il voto in Europa sulla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Il leader di Forza Italia sostiene che la Lega in Europa è irrilevante. La Lega replica che Forza Italia non conta niente nel Ppe se è vero, come è vero, che la scelta finale del Partito Popolare Europeo è stata di allargare la maggioranza “Ursula” anche ai Verdi, e non c’è stato lo spostamento a destra con il coinvolgimento dei Conservatori.
Una “grana” – pardon, un “grano”! – al giorno e il rosario delle tensioni nella maggioranza si è allungato sempre più. Tanto da essere diventato un problema serio, una “questione politica” per la Premier. Fatti loro? Tutt’altro: fatti nostri. Perché ogni rallentamento dell’azione di governo, quale che sia il governo, si ripercuote in forma diretta o indiretta, quasi subito o nel tempo, sulla vita dei cittadini.
Al di là di ogni ulteriore considerazione, questa vicenda ci restituisce un altro spaccato di verità circa la sostanziale differenza – oggi – tra centrosinistra e centrodestra. Ed è la seguente. Nello schieramento minoritario, per conquistare alle prossime elezioni una Vittoria possibile ma inevitabilmente “di Pirro”, si mettono insieme acqua santa, diavolo e perfino (da ultimo) il gene politico più autentico di Lucifero, cioè Matteo Renzi. Nella coalizione di maggioranza si gioca a dividersi il più possibile, con i Vicepremier Salvini e Tajani a non risparmiarsi gli stracci in faccia, giusto per stabilire chi è più bravo ad indurre la Premier Meloni a far saltare il banco e mandare tutti a casa.
Insomma, Signore e Signori, è proprio il caso di dirlo: “Qui non è Houston, qui è Italia. Ma abbiamo comunque un grosso problema!”.
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