IL CORSIVO – MATTEO SALVINI E ’O SURDATO ’NNAMMURATO

Raccontano le cronache che il Vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, si sia divertito moltissimo sabato sera a Capri nell’Anema e Core, il locale cult della movida isolana. Era in compagnia della fidanzata Francesca Verdini, naturalmente. Ed aveva il viso disteso, diciamo pure “umano”: insomma l’esatto opposto di quando veste i panni del politico e recita la parte dell’incazzato, come se avesse, non solo “l’Inferno”, ma anche il Purgatorio e perfino il Paradiso “… a gran dispitto”, giusto per concederci (abusivamente) il lusso di parafrasare Dante nell’immaginario incontro con l’eretico Farinata degli Uberti.
Oltre che presentarlo come uno nient’affatto assimilabile a chi ha passato un guaio e deve farla pagare all’universomondo, le cronache capresi raccontano Salvini nell’Anema e Core addirittura gioviale. Tanto che, quando gli chiedono di cantare al Karaoke ‘O surdato ‘nnammurato, Matteo non ha un attimo di esitazione e dà il meglio di sé duettando con la fidanzata.
Senza ironia, che tenero il ministro in tenuta umana! Egli certamente sa che musica e testo di questa icona della canzone napoletana furono scritti da Aniello Califano ed Enrico Cannio. E che il contenuto dei versi fu ispirato dall’amarezza dei giovani napoletani, ma più in generale meridionali, che lasciavano le loro donne nei luoghi d’origine per andare in guerra, la Prima Guerra Mondiale.
Niente retorica e nessun addebito a Salvini. Anzi: felici per lui che ha trascorso una gioiosa e meritata serata in uno dei posti più belli del Sud. Piuttosto una raccomandazione, una soltanto e accorata, che ben ci sta ai tempi dell’Autonomia differenziata scritta sotto l’impeto degli egoismi nordisti interpretati dal ministro Calderoli. Se dovesse ricapitargli di cantare appassionatamente ‘O surdato ‘nnammurato, la prossima volta oltre al cuore ci metta anche la mente: così, giusto per approfondire le sue conoscenze storiche, partendo proprio da quel “15-18”, sulle cause reali che hanno fatto nascere e crescere il divario Nord-Sud. Una distanza, in ogni categoria del benessere, che andrebbe ricomposta e annullata al fine di garantire al Paese, a “tutto” il Paese, un futuro solidale e migliore. Alimentare il divario Nord-Sud produrrà solo macerie, proprio come nelle guerre. È questo, Egregio Vicepremier, che purtroppo lascia indovinare una riforma pensata con durezza di cuore e con il cervello nei piedi.

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