IL CORSIVO – Meloni, la Campania e l’arma del ministro Fitto

Ieri Il Mattino di Napoli ha pubblicato una interessantissima intervista alla Premier Giorgia Meloni raccolta dal direttore Roberto Napoletano.
Abbiano scelto una domanda per tutte, quella riferita essenzialmente al Fondo di Coesione e Sviluppo. Eccola.
“Che ruolo può avere la nuova Coesione e la riforma della gestione comune dei fondi europei, frutto della sua intuizione politica di unire le deleghe di governo e del lavoro competente di Fitto in Italia e in Europa?”.
La risposta (in sintesi): “Un ruolo decisivo per mettere il Sud nelle condizioni di competere ad armi pari con il resto del territorio nazionale. Noi abbiamo riformato le politiche di coesione, cioè lo strumento che serve a combattere la disparità tra i territori, per fare in modo che queste risorse, europee e nazionali, vengano spese al meglio… Risorse molto preziose che, però, troppo spesso in passato non sono state spese adeguatamente, e con questo decreto sarà invece possibile mettere a terra in tempi certi e veloci…”.
Cosa dire rispetto al fiume di ottimismo che scorre nelle parole della Premier? Facendo salve le sue buone intenzioni, rispetto alle quali ci inchiniamo rispettosi e fiduciosi, non possiamo tacere su un dato di fatto ormai chiaramente acquisito sia dalla cronaca politico-istituzionale che dalla giustizia amministrativa. È il seguente: se la nuova Coesione cui accenna la presidente del Consiglio ha i metodi e i tempi del ministro Fitto – almeno per quanto riguarda la Campania, ovvero sei miliardi di euro ingiustificatamente bloccati a Roma da diciotto mesi – altro che mettere il Mezzogiorno nelle condizioni di competere ad armi pari con il Centro e con il Nord! Molto realisticamente, l’unica arma in campo è invece quella del ministro Fitto che spara a pallettoni sulla Croce Rossa campana.

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