IL CORSIVO – Il masochismo politico del senatore Boccia
La campagna elettorale per le europee s’incendia. Ogni motivo è buono, dall’opposizione, per attaccare il governo. Un gioco che non è di sinistra o piuttosto di destra, e viceversa: è un gioco sia di destra che di sinistra. Il problema, dunque, è stabilire se sia utile ai fini elettorali. E alla politica.
Andiamo sul pratico. Il gioco della destra di Meloni a testa bassa, quand’era all’opposizione, è stato certamente utile, ai fini elettorali, come suggerisce il risultato raggiunto da Fratelli d’Italia che da diciannove mesi guida il governo. È stato utile anche alla Politica con la P maiuscola? Lo sapremo quando gli effetti prodotti dall’azione governativa saranno meglio valutabili in termini di utilità concreta per il bene comune.
Sull’altro versante sta accadendo una cosa diversa. La sinistra a testa bassa su tutto, a cominciare dalla stucchevole pretesa di dichiarazioni antifasciste in assenza di un regime fascista, non guadagna terreno nei sondaggi sulle intenzioni di voto per le europee, mentre il partito della Premier – ultimo report di Pagnoncelli – viaggia verso il 28,5 per cento, ovvero continua a crescere.
Significa, evidentemente, che quel tema non eccita gi animi degli elettori, ergo si sta giocando a perdere.
Altro esempio è arrivato ieri dall’assemblea dei senatori Pd. Il loro presidente, Francesco Boccia, tra le persone più fidate della leader Schlein, ha attaccato duramente la destra al governo: “Anziché partecipare a convegni di propaganda (sul Premierato, ndr) come quello di oggi alla Camera – ha detto – la maggioranza farebbe meglio a confrontarsi in Parlamento, dove, invece, si iscrivono solo 9 senatori in discussione generale. La verità è una sola. Rischiano di dire addio alla nostra Repubblica parlamentare per mettere tutto il potere nelle mani di Giorgia”.
Una scivolata pericolosissima del presidente Boccia. Il quale, forse inconsapevolmente, ha già attribuito la vittoria certa alla destra nelle politiche del 2027, comunque con o senza il passaggio al Premierato: una confessione di resa senza nemmeno l’onore delle armi. Boh!
Come se non bastasse, quando il presidente dei senatori di Forza Italia, Gasparri, contesta (sempre ieri) l’annuncio della scelta Pd di portare la mobilitazione in piazza il 2 giugno, dicendo: “Schlein e compagni non rispettano nemmeno la Festa della Repubblica, un teppismo istituzionale degno di miglior causa”, è ancora Boccia a replicargli: “Non siamo certo noi i teppisti istituzionali ma piuttosto coloro che, non avendo scritto la nostra Costituzione, pensano oggi di stravolgerla”.
In buona sostanza, ancora un riferimento appena un po’ più ovattato all’Antifascismo, che nemmeno nel caso del Premierato c’entra un cavolo.
Cosa dire? Se si continua di questo passo, ossia con questo modello di opposizione che in diciannove mesi non ha dato alcun frutto, è facile indovinare che effettivamente nel 2027 “Giorgia” andrà a vincersi le elezioni facendo a meno anche di Salvini, masochista (di destra) gemello delle Schlein e dei Boccia d’ultima generazione “sinistra”.
Andiamo sul pratico. Il gioco della destra di Meloni a testa bassa, quand’era all’opposizione, è stato certamente utile, ai fini elettorali, come suggerisce il risultato raggiunto da Fratelli d’Italia che da diciannove mesi guida il governo. È stato utile anche alla Politica con la P maiuscola? Lo sapremo quando gli effetti prodotti dall’azione governativa saranno meglio valutabili in termini di utilità concreta per il bene comune.
Sull’altro versante sta accadendo una cosa diversa. La sinistra a testa bassa su tutto, a cominciare dalla stucchevole pretesa di dichiarazioni antifasciste in assenza di un regime fascista, non guadagna terreno nei sondaggi sulle intenzioni di voto per le europee, mentre il partito della Premier – ultimo report di Pagnoncelli – viaggia verso il 28,5 per cento, ovvero continua a crescere.
Significa, evidentemente, che quel tema non eccita gi animi degli elettori, ergo si sta giocando a perdere.
Altro esempio è arrivato ieri dall’assemblea dei senatori Pd. Il loro presidente, Francesco Boccia, tra le persone più fidate della leader Schlein, ha attaccato duramente la destra al governo: “Anziché partecipare a convegni di propaganda (sul Premierato, ndr) come quello di oggi alla Camera – ha detto – la maggioranza farebbe meglio a confrontarsi in Parlamento, dove, invece, si iscrivono solo 9 senatori in discussione generale. La verità è una sola. Rischiano di dire addio alla nostra Repubblica parlamentare per mettere tutto il potere nelle mani di Giorgia”.
Una scivolata pericolosissima del presidente Boccia. Il quale, forse inconsapevolmente, ha già attribuito la vittoria certa alla destra nelle politiche del 2027, comunque con o senza il passaggio al Premierato: una confessione di resa senza nemmeno l’onore delle armi. Boh!
Come se non bastasse, quando il presidente dei senatori di Forza Italia, Gasparri, contesta (sempre ieri) l’annuncio della scelta Pd di portare la mobilitazione in piazza il 2 giugno, dicendo: “Schlein e compagni non rispettano nemmeno la Festa della Repubblica, un teppismo istituzionale degno di miglior causa”, è ancora Boccia a replicargli: “Non siamo certo noi i teppisti istituzionali ma piuttosto coloro che, non avendo scritto la nostra Costituzione, pensano oggi di stravolgerla”.
In buona sostanza, ancora un riferimento appena un po’ più ovattato all’Antifascismo, che nemmeno nel caso del Premierato c’entra un cavolo.
Cosa dire? Se si continua di questo passo, ossia con questo modello di opposizione che in diciannove mesi non ha dato alcun frutto, è facile indovinare che effettivamente nel 2027 “Giorgia” andrà a vincersi le elezioni facendo a meno anche di Salvini, masochista (di destra) gemello delle Schlein e dei Boccia d’ultima generazione “sinistra”.
I commenti sono chiusi.