IL CORSIVO – Meloni e Conte, Iotti e Moro…
Al di là delle cose veramente serie, ciò che (purtroppo) si ricorderà del dibattito di ieri in Parlamento sulle “comunicazioni” della presidente del Consiglio è la parte acidamente ironica dello scambio (a distanza) di battute tra Giorgia Meloni e il leader 5 Stelle, Giuseppe Conte.
A proposito dell’Ucraina, la Premier riprende un passaggio del suo predecessore a Palazzo Chigi e dice: “La cosa più concreta che ho sentito dal leader di M5S è che se Zelensky vuole aiutare il suo popolo si deve mettere gli abiti civili. Cioè se vuoi la pace mettiti la cravatta. Probabilmente Conte riteneva, al tempo, che a governare l’Italia ci sarebbe stata la sua pochette, e abbiamo visto i risultati”.
La replica del capo politico del Movimento: “Si rende conto che un senatore del suo partito si è permesso di fare una battuta omofoba su Macron? Ma cos’è un copione comico? Lei è la presidente del Consiglio e non un capocomico. Ma secondo lei il problema degli italiani è la mia pochette o l’elmetto che si è messa in testa?”.
Cosa dire? Possiamo solo immaginare come si stiano rivoltando nella tomba donne di grande prestigio politico come una Nilde Iotti o una Tina Anselmi, e uomini di raro spessore come un Enrico Berlinguer o un Aldo Moro. Certo, il paragone tra giganti e nani non potrebbe mai reggere. Tuttavia, il senso è questo: siamo ridotti proprio molto male.
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