IL CORSIVO – Vittorio Feltri? Razza umana superiore…
Ho adorato per lunghissimo tempo Vittorio Feltri giornalista. È stato per me, e credo anche per i colleghi della mia generazione professionale, il vero “erede” di Montanelli, l’irripetibile Mito “Indro”. Non ho più letto Feltri quando ha cominciato a mischiare giornalismo e militanza politica, ancorché edulcorata dall’aggettivo “indipendente”. La penso così da sempre: il giornalista non deve essere militante politico, sono due impegni inconciliabili sul piano dell’etica professionale e della credibilità. Non cambierò idea: alla mia età non si cambia idea nemmeno sulla Via di Damasco.
Torniamo a Feltri. In vista del processo con rito abbreviato – ipotesi di reato “istigazione all’odio razziale” – il Corriere della Sera ieri lo ha intervistato, ricordando alcune delle frasi per le quali il giornalista è finito a processo. Eccole: “Tra Nord e Sud un abisso. Milano grande, Roma grande immondezzaio d’Italia”. “Al Sud sono contro le autonomie perché vogliono vivere sulle spalle degli altri”. “I meridionali? In molti casi sono inferiori”.
Nell’intervista di ieri, quasi alla vigilia della comparsa in tribunale, Feltri si guarda bene dal ripetere le cose dette circa sette anni fa. Anzi, sottolinea che ama Napoli, che le sue radici sono molisane, fa altre sviolinate a sostegno o a giustificazione del Sud. L’unica cosa che avrebbe dovuto dire – “Chiedo scusa ai meridionali per averli definiti inferiori” – non l’ha detta.
Mi auguro sinceramente che non venga condannato, a prescindere. Epperò, pur amando Napoli e il Molise, resta il fatto che lui parlò da razzista oltre ogni ragionevole dubbio. E con la convinzione d’essere di razza umana superiore. Ma de che?
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