IIA, appello dei sindacati: “Privatizzare sì, ma non fare a pezzi un marchio italiano”
Il sindacato prepara l’assemblea di fabbrica domani alla Industria Italiana Autobus Flumeri, dove è atteso l’AD Schisano. Intanto, le rappresentanze chiedono un incontro a Leonardo e Invitalia mentre va avanti con lo sciopero nei reparti
Serve un progetto di risanamento e di rilancio della Industria Italiana Autobus, se si vuol salvare un marchio italiano dalle grandi potenzialità nel segmento strategico della produzione di bus e pullman. Questa la posizione del sindacato, che prepara l’assemblea di fabbrica, in programma domani a Flumeri, dove è atteso l’AD Schisano. Le organizzazioni non nascondono la forte preoccupazione per quanto sta avvenendo. Mentre i soci pubblici, Invitalia e, soprattutto, Leonardo sembrano pronti a lasciare l’azienda attraverso una procedura di privatizzazione dagli obiettivi ancora incerti, il numero uno della IIA è chiamato a “chiarire l’assunzione di 5 nuove unità”. Per le rappresentanze sono troppi i punti ancora oscuri, all’interno di una azienda che può ancora essere rimessa sulla rotta giusta. Di qui la richiesta di un incontro agli azionisti Leonardo e Invitalia per entrare nel merito delle scelte. Serve un socio solido in grado di sviluppare l’industria dei bus in una epoca di transizione ecologica, spiegano. La privatizzazione può avere un senso se non si riduce in una liquidazione degli asset. Su questo il Governo deve pretendere garanzie da chi intende acquistare, si puntualizza. In attesa delle risposte, gli scioperi nei reparti proseguiranno.
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