IL CORSIVO – Il caso Navalny: è tempo di scegliere da che parte stare
Onori al leader di Azione, Carlo Calenda. Ha avuto il fegato di lanciare per oggi – lunedì 19 febbraio – una manifestazione a Roma per celebrare Aleksei Navalny, “Eroe della libertà”, fatto morire da Putin in un carcere oltre il circolo polare artico.
All’iniziativa di Calenda hanno aderito tutti i leader politici e sindacali. Non si poteva dire NO di fronte all’evidenza bestiale di un crimine che va ben oltre la morte di un Eroe per assumere il significato universale di negazione della libertà e della democrazia.
Tutti hanno formalmente aderito ma non tutti saranno in piazza nella Capitale, oggi pomeriggio, senza la maschera dell’ipocrisia politica. Putin è stato osannato in Italia da categorie e gruppi politici ben individuati attraverso gli atteggiamenti tenuti (e che si continuano a tenere) sul caso Ucraina. Tra queste categorie e questi gruppi, ancora oggi c’è chi afferma che la pace si ottiene disarmando Kiev, ossia con la resa allo Zar. Una vergogna, che nasconde malafede ideologica, oppure e più spesso interessi materiali e politici.
Ha fatto bene Calenda ad affondare la lama nelle contraddizioni fondamentali di certi leader politici e sindacali. Ha fatto bene a rilanciare la sfida, dopo la piazza di oggi, con una nuova manifestazione a Kiev nel giorno del secondo anniversario dell’invasione ordinata da Putin.
La morte di Navalny sta avendo l’effetto di uno spartiacque politico e morale, in Italia e nell’intera Europa: è giunto il tempo di scegliere da che parte stare, ma stavolta senza i “se” e i “ma” dietro ai quali si sono fin qui nascosti i doppiogiochisti e i finti pacifisti di fatto complici di Putin, servi di Putin, tra i quali non pochi, molto probabilmente, perfino pagati da Putin.
P.S.: Tra le adesioni alla manifestazione di oggi c’è anche la Lega. Non può che far piacere. Tuttavia, sarebbe cosa buona e giusta se il leader leghista, ministro e vicepremier – Matteo Salvini – cogliesse questa occasione per una pubblica revisione del suo pensiero di quando, da parlamentare europeo – come ha ricordato Calenda ieri sul Corsera –, “diceva che avrebbe dato indietro due Mattarella per mezzo Putin e indossava la maglietta con la faccia dello Zar”.
Sarebbe, sì, proprio un bel gesto. Ma non lo farà. Si accettano scommesse.
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