IL CORSIVO – La diagnosi improbabile del ministro della Salute
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervistato da Ernesto Menecucci per “Il Mattino” di Napoli.
Una domanda per tutte: “Come è possibile, attraverso misure governative, evitare la fuga dei medici dai Pronto Soccorso?”.
La parte più significativa della risposta: “Valorizzandoli molto di più. Lavorare in Pronto Soccorso comporta grandi sacrifici e per questo a maggio abbiamo approvato norme sulle indennità di Pronto Soccorso, aumentato le tariffe del lavoro straordinario, incentivato l’impiego degli specializzandi e inasprito le pene per chi aggredisce operatori sanitari…”.
Lodevole l’impegno del ministro, che peraltro è medico e per di più Rettore dell’Ateneo di Tor Vergata. Tuttavia, la domanda nasce spontanea: se le misure adottate sono ritenute adeguate, come si spiega che, dopo sette mesi dall’entrata in vigore delle norme citate dal ministro, è aumentata la fuga dei medici dal Pronto Soccorso e vanno puntualmente deserti i concorsi per specialisti in Emergenza-Urgenza?
Per usare una metafora medico-sanitaria, se la “terapia” del ministro non ha funzionato, ovvero nei Pronto Soccorso si stava meglio quando si stava peggio, è altamente probabile che sia stata sbagliata la “diagnosi” del Medico-Rettore. O no, Signor Ministro della Salute?
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