IL CORSIVO – Ignazio La Russa e le violenze sulle donne
Confesso che, al netto delle sue collezioni artistiche raffiguranti il Duce, l’attuale Presidente del Senato, Ignazio La Russa, mi sta da sempre simpatico. Simpatia umana, preciso, non politica. È persona di ottima cultura, avvocato (quando esercitava) di notevole spessore professionale, politico coerente e, ne sono certo, decisamente onesto.
Ha nostalgie fasciste? Ad essere sincero, non saprei dire. Sono sospeso al dubbio. La mia propensione spontanea sarebbe per il No. Tuttavia non mi pronuncio. Del resto, non è questo il tema del corsivo di oggi.
Il tema è la violenza sulle donne. Ci voleva la tragedia di Giulia Cecchettin per scuotere nel profondo la coscienza collettiva dinanzi al femminicidio seriale aberrante che dall’inizio dell’anno ci ha fatto già contare 108 vittime.
Un po’ tutti ci siamo chiesti perché il delitto di Giulia stavolta abbia fatto esplodere in noi, oltre alla rabbia, la necessità di gridare: “Adesso basta!”. Forse è stata la suspence dei sette giorni intercorsi tra la scomparsa della ragazza assieme all’ex e il ritrovamento del corpo di lei ridotto a cadavere dalla mano assassina di lui, Filippo, il fidanzato d’una volta che non aveva voluto rassegnarsi alla ragionata, irrecuperabile decisione di Giulia di farla finita.
Forse in quei sette giorni di angoscia collettiva, mentre coltivavamo la speranza d’un lieto fine della storia dei due giovani, abbiamo trovato il tempo di fare i conti con le nostre coscienze, riscoprendoci colpevoli d’indifferenza rispetto alla lunga scia di sangue di donne innocenti.
Ma veniamo al Presidente del Senato. Alla notizia dell’ennesimo femminicidio, Ignazio La Russa ha dichiarato: “Ho ribadito in una riunione dei capigruppo al Senato l’opportunità che tutti insieme si faccia una manifestazione di soli uomini sul problema della violenza sulle donne e del femminicidio, che a mio avviso riguarda principalmente gli uomini, se non esclusivamente la capacità degli uomini di capire che la violenza contro le donne deve essere la cosa peggiore che si possa immaginare”.
Parole sagge, che fanno onore al Presidente del Senato e all’uomo La Russa. Così come sagge, almeno dal mio punto di vista, sono state le parole del Presidente e dell’uomo La Russa quando, recentemente, ha detto: “Se un genitore vede il figlio che manca di rispetto a una ragazza, dovrebbe tirargli un ceffone forte”.
Peccato, tuttavia, che in questo caso tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare di pesanti contraddizioni. Infatti va ricordato che quando è circolata la notizia del figlio indagato per violenza sessuale, il Presidente La Russa, non solo si è guardato bene dal dargli un ceffone, anche leggerino invece che forte, ma lo ha pubblicamente difeso, quasi arrivando ad incolpare la malcapitata ragazza. E ciò – ahilui! – non fa onore né al Presidente del Senato né all’uomo la Russa. (Che comunque mi resta simpatico. Simpatia umana – ribadisco – non politica).
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