IL CORSIVO – Il mondo al contrario di Landini

Lo sciopero, legittimo senza se e senza ma, di Cgil e Uil contro la manovra. Tuttavia qualche “se” e qualche “ma” ci stanno a pennello sull’arringa furiosa del leader Cgil Maurizio Landini quando, implicitamente, non riconosce a un governo democraticamente costituito il diritto di decidere cosa fare e cosa non fare, dal proprio punto di vista, per il bene del Paese.
Dice Landini dal palco di Piazza del Popolo a Roma: “Noi siamo qui perché rappresentiamo la maggioranza di questo Paese, di chi paga le tasse e con il lavoro tiene in piedi questo Paese e che oggi non viene ascoltato da questo governo: in questo modo il governo sta portando a sbattere il Paese e noi non lo permetteremo. Noi a differenza del governo abbiamo in testa di dare un futuro al Paese, ai giovani”.
Cosa dire? Poiché Landini non può ignorare che per governare un Paese, almeno in democrazia, bisogna candidarsi, vincere le elezioni, avere una maggioranza, essere investiti dal Presidente della Repubblica per la formazione del governo, quindi passare l’esame del Parlamento, la conseguenza è che egli dice corbellerie con l’aggravante che sa perfettamente di starle dicendo.
Vale la pena aggiungere il resto. Per il paradosso che contiene, l’arringa di Landini sembra il capitolo non scritto del volume “Il mondo al contrario” del Generale Roberto Vannacci: stavolta un mondo al contrario davvero.
E allora come si spiega tutto ciò? Mi permetto di fornire una chiave di lettura, quindi una opinione, per ciò stesso pur sempre opinabile (giusto per anticipare il Pierino di turno).
La chiave. Appare del tutto evidente che il segretario della Cgil ha in mente di fare le medesime cose che hanno fatto la maggior parte dei suoi predecessori, magari con una dose d’ambizione in più, com’è nel suo carattere: diventare parlamentare, grazie alle liste bloccate per l’oligarchia di turno che tanto piacciono al Pd, e tentare la scalata alla segreteria del Partito Democratico.
Consiglio gratuito ai militanti e ai simpatizzanti del Pd: anche se sta portando il partito alla rovina, tenetevi stretta e cara la Schlein. La quale, se non altro, almeno si capisce quando parla, seppure il più delle volte non dica granché. Tenetevela stretta stretta e cara cara. Perché è proprio vero: al peggio non c’è mai fine.

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