IL CORSIVO – Ventennio Meloni se c’è Schlein

Tra un problema serio e l’altro, la Politica italiana si fa generosa e ci offre un po’ di divertente avanspettacolo.
Prendete ad esempio le dichiarazioni parallele sulle donne della leader di Fratelli d’Italia e Premier Giorgia Meloni, da una parte, e la leader del Pd Elly Schlein dall’altra.
La prima – intervistata da Bruno Vespa per il suo ultimo libro “Il rancore e la speranza”, in uscita in queste settimane – dice tra l’altro: “So che ci sono nemici disposti a fare qualunque cosa pur di buttarmi giù. Ma non mi spaventano. Come ho detto all’inizio del mio mandato, non sono ricattabile. Ma capisco che per alcuni gruppi di potere che hanno controllato a lungo l’Italia questo sia un problema. Sa qual è la verità? Sono degli inguaribili misogini. Tentano di accreditare la tesi che la testa di una donna non può reggere di fronte alla pressione. Come quei legislatori che, fino a qualche decennio fa, ritenevano che le donne non potessero fare il magistrato perché, quando hanno il ciclo, non ragionano bene”.
Dal canto suo, la leader del Pd – intervistata da Corrado Formigli all’Università di Milano, in occasione dell’evento “Elle active!” – ancora sulla questione femminile ha affermato: “Critico spesso questo governo perché volta le spalle alle donne nelle scelte che fa. Cosa fa il governo guidato per la prima volta da un Premier donna? Colpisce le donne sulle pensioni e ha tradito le promesse sui nidi”.
Cosa dire, soprattutto della Schlein? Intanto non è vero che lei critica “spesso” il governo: lo fa ogni giorno, anche quando il governo parla di uomini e non di donne; e lo fa ogni notte, perché il pensiero che c’è un’altra donna e non lei a capo del governo non la fa dormire per la rabbia. Tuttavia, al di là delle battute che Elly generosamente ispira, il problema serio per il Pd e per il centrosinistra, stretto o largo che sia il suo campo, è un altro: il problema è che se la Schlein continua così – nei giorni pari a balbettare le uniche e stesse cose che dice il leader Cgil, Landini, e in quelli dispari a rincorrere il populismo oltranzista in pochette del capo 5 Stelle, Giuseppe Conte – la Meloni al governo ci resterà ben oltre un ventennio. Ergo, prima il Pd si libera della Schlein, tanto prima il centrosinistra può sperare nell’obiettivo dichiarato di liberare l’Italia dal governo Meloni.

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