IL CORSIVO – Il “Premierato” e un detto antico napoletano
Venerdì sarà discusso in Consiglio dei ministri il disegno di legge della ministra Maria Elisabetta Casellati che mira ad introdurre l’elezione diretta del premier con tutti gli effetti che può comportare una riforma costituzionale così radicale. Naturalmente, il fatto che la maggioranza di governo convenga sul testo predisposto in cinque articoli non significa che tutto filerà dritto nell’iter di approvazione della legge. È assai probabile che ci saranno aggiustamenti significativi e allo stato delle cose nessuno è in grado di garantire la certezza che la riforma si farà. È accaduto altre volte in passato di assistere al naufragio di tentativi di modifiche sostanziali dell’assetto costituzionale che erano partiti con il vento in poppa. Si vedrà.
Tuttavia, se tra le forze della coalizione governativa non si intravedono (per ora) né ostacoli né ostracismi al ddl della Casellati, l’opposizione si prepara alla guerra parlamentare con argomenti decisamente forti.
Dario Parrini, senatore del Pd, ne dà un assaggio nell’intervista raccolta da Maria Teresa Meli per l’edizione di ieri del Corriere della Sera.
Un rilievo sostanziale per tutti. La domanda della giornalista: “Una delle critiche che viene rivolta alla riforma è che l’elezione diretta del premier non esiste in nessun paese del mondo”.
La risposta del senatore Parrini, che è vicepresidente della commissione Affari costituzionali: “Sì, parlano di premierato all’italiana, ma ci sarà una ragione se in nessuna Repubblica parlamentare al mondo vige l’elezione diretta del premier. Con questa riforma avremmo una Repubblica dove il premier tiene a guinzaglio il Parlamento e il Capo dello Stato”.
Per carità, il guinzaglio! I napoletani direbbero: Manc’ ‘e can’!
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