Omicidio Grottaminarda. Girolamo: “Io da anni intimidito”

L'omicida ha raccontato una storia di intimidazioni iniziata 20 anni fa

“Mi aveva chiesto una sigaretta, non gliel’ho data e mi ha riempito di pugni
davanti a una sala giochi”, accadeva 20 anni fa. E da allora non c’è stata più
pace.
Lo ha raccontato Angelo Girolamo, l’omicida di Grottaminarda, nel corso
dell’interrogatorio di garanzia nel carcere di Ariano Irpino.
Nella versione fornita dal Legale Giuseppe Romano, Angelo Girolamo ha
raccontato di sentirsi da anni intimidito. I problemi nascevano ogni volta che si
incrociava con la vittima. Una storia di paura, di atti persecutori fatti di sguardi e
gesti.
“Ogni volta aveva un atteggiamento gradasso e una mimica intimidatoria”,
avrebbe detto Girolamo davanti al Gip, e alla domanda: “Perchè non sei andato
dai Carabinieri?” egli avrebbe risposto “Per paura di essere picchiato di nuovo.
Uno stato psicologico di “soggezione e paura” che lo avrebbe convinto anche a
comprare un’arma, secondo la versione prospettata dell’imputato, solo per difesa
personale, fino a sabato sera, quando sarebbe scattato il raptus con l’epilogo
dell’esplosione dei 5 colpi di pistola contro il 46enne ucraino
Girolamo non avrebbe premeditato il delitto, per lui più che di una vendetta si
sarebbe trattato da una sorta di liberazione.
Ora bisognerà comprendere se le dichiarazioni rese dal Girolamo saranno
oggetto di riscontro da parte di Procura e Carabinieri oppure le accuse nei suoi
confronti saranno di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione.

I commenti sono chiusi.