IL CORSIVO – Il sindaco di Portofino e la buonanima di Berlusconi

La notizia nella sua essenzialità. Il sindaco di centrodestra di Portofino, Matteo Viacava, è finito sotto inchiesta, non per presunti illeciti nell’esercizio delle sue funzioni di amministratore, ma per contraffazione e messa in vendita di merce contraffatta. Secondo i Pm di Genova, nella tabaccheria del primo cittadino si vendevano borse delle più rinomate griffe, epperò false. Nei magazzini dell’attività commerciale sarebbero stati rinvenuti 91 prodotti di marche contraffatte.
L’inchiesta della Procura era nata da un articolo del “Fatto Quotidiano”. Da qui la spiegazione decisamente discutibile offerta dal sindaco: contro di lui un attacco politico motivato dalla deroga concessa per intitolare una strada a Silvio Berlusconi.
Sarà la magistratura giudicante a garantire un verdetto giusto, saltando a piè pari le improbabili antipatie politiche dei Pm di Genova e del Fatto Quotidiano nei confronti dell’indagato. Tuttavia, in attesa degli esiti processuali, si può con certezza affermare che il sindaco di Portofino è stato molto imprudente a chiamare in causa Berlusconi. Perché Silvio sicuramente s’intendeva di qualsiasi merce di primissima qualità e valore. Ragion per cui, se le borse vendute in quella tabaccheria dovessero risultare effettivamente taroccate, il primo a condannare il sindaco, dall’Alto del Tribunale del Paradiso, sarà proprio la Buonanima. Tutt’al più, la generosa intitolazione a Berlusconi della strada a Portofino potrà far concedere al sindaco lo sconto delle attenuanti generiche.

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