IL CORSIVO – Gli abusi edilizi vergogna del Sud
Ancora un corsivo dedicato al ministro e capo della Lega, Matteo Salvini? Sì e no. Sì, perché ogni provvedimento che egli propone – quale che sia la strada, a scorrimento veloce o interpoderale – conduce sempre allo stesso obiettivo: guadagnare punti percentuali di consenso rispetto a Fratelli d’Italia e alla Premier Giorgia Meloni. No, invece, perché nella chiosa di oggi egli fornisce soltanto lo spunto per scrivere ciò che di male del Mezzogiorno d’Italia va scritto, quando c’azzecca, senza se e senza ma.
Lo spunto, dunque. In coerenza con la sua antica passione per i condoni, da qualche settimana Salvini accenna alla necessità di cancellare un po’ di “macchie” in edilizia facendo pagare qualcosina a chi ha fatto abusi. Lui parla esplicitamente, bisogna sottolinearlo, di “piccole irregolarità”, che in compenso, se sanate, potrebbero portare un bel po’ di soldini nelle casse dissanguate dei comuni e, nel contempo, liberare centinaia di migliaia di cittadini dall’angoscia d’essere scoperti e più gravemente sanzionati.
Il ragionamento del capo della Lega fila a perfezione. Epperò, come in tutte le cose sulle quali il pensiero spontaneamente torna spesso, è del tutto normale chiedersi perché ciò accada. Nel caso della sanatoria soltanto per i piccoli abusi proposta dal ministro, una risposta plausibile potrebbe essere la seguente.
Nel Rapporto Bes (Benessere Equo e sostenibile) 2022 di recente pubblicazione, l’Istat ha restituito una fotografia che rivela, tra l’altro, i comportamenti profondamente diversi, in materia di abusi edilizi, nelle “Due” Italie. Al Nord le irregolarità sono in massima parte “piccole”, mentre al Sud sono talmente grandi e paradossali da far dire che qui ci siano più case interamente fuorilegge che famiglie ad abitarle.
Sicché, se tanto mi dà tanto, un condono limitato ai “piccoli abusi”, come suggerisce il ministro, produrrebbe un duplice effetto positivo nell’Alta Italia: farebbe incassare un bel po’ di soldi ai comuni del Nord, e renderebbe un vantaggio economico a chi può giovare della sanatoria. In termini elettorali, certamente ne godrebbe Salvini quale principale sponsor dell’eventuale provvedimento governativo.
Presto detto perché c’azzecca, in questa storia, parlar male il più possibile del Sud. Torniamo al Rapporto Bes. I numeri parlano da soli. Nel Mezzogiorno d’Italia, per ogni cento case regolarmente autorizzate ce ne sono 42 costruite addirittura senza licenza edilizia. In questa realtà disastrosa, la Campania veste la maglia nera. Con l’aggravante d’un numero di interventi di demolizione degli immobili abusivi praticamente prossimo allo zero.
Uno scandalo colossale le cui responsabilità vanno di sicuro addebitate ai comuni. Ma non solo. Cosa fanno le Forze dell’Ordine? Cosa le Procure? Cosa i Sindacati, pur sempre presenti in tutto lo scibile umano fuorché qui? Cosa le Associazioni dei Costruttori e comunque le imprese edili piccole o grandi che siano, visto che tutte quelle case senza autorizzazioni non sono spuntate da terra come i funghi ma qualcuno deve averle costruite?
Insomma, non sempre il Nord Italia è imputabile di “pregiudizio” nei confronti del Sud. Dinanzi a fatti di questa portata, che vedono come attori protagonisti anche una parte di cittadini, ci sarebbe soltanto da vergognarsi. Il dramma è che da questi parti, mi riferisco al Sud, non soltanto non ci vergogniamo, ma addirittura godiamo per la nostra capacità di trasgressione impunita. Finché dura.
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