Omicidio Bembo, alla base dei domiciliari le immagini di un nuovo video della tragica mattina
Nell'ordinanza di scarcerazione dei due indagati, il gip Fabrizio Ciccone fa riferimento alle immagini di un nuovo video delle telecamere di sicurezza, che fornisce una diversa ricostruzione dei fatti rispetto a quella conosciuta fino ad oggi
Rispetto al giorno dell’ordinanza che ha disposto i domiciliari, qualcosa è cambiato: nei giorni scorsi è stata depositata la perizia autoptica effettuata sulla salma di Roberto Bembo nei giorni successivi alla sua morte, dunque ci si avvia alla conclusione delle indagini. Ma non era stato il ritardo della consegna dell’esame medico il principale motivo della scarcerazione dei due indagati: nell’ordinanza del gip si apprende della presenza di un nuovo video, ripreso dalle telecamere di sicurezza di un negozio adiacente al luogo dove avvenne il delitto, che ha rivelato nuovi dettagli sulla ricostruzione dei fatti leggermente diversa da quanto raccolto dagli inquirenti, anche attraverso le testimonianze degli amici di Bembo e che confermerebbe invece, almeno in parte, la versione fornita da Iannuzzi e Sciarrillo.
Il 31enne, figlio di un ex boss del Clan Partenio ma completamente incensurato, dopo l’arresto ha raccontato agli inquirenti di aver estratto il coltello e pugnalato Bembo dopo essere stato vittima, assieme a Luca Sciarrillo, di una violenta aggressione da parte della comitiva di Bembo. E dalla visione del filmato emerge la colluttazione tra i due gruppi rivali, che poi è stata sedata da alcuni presenti, scrive il gip, ma dopo si nota a un certo punto che Roberto Bembo di corsa raggiunge di nuovo Iannuzzi e i fratelli Sciarrillo che si trovavano sul marciapiede opposto al bar Verdarina, e di qui nasce una seconda colluttazione che si conclude con il tragico ferimento mortale di Bembo.
Tale ricostruzione, conclude il gip, avallata anche dalle lesioni riscontrate sul corpo di Iannuzzi che testimoniano i colpi inferti da Bembo e i suoi amici, “comporta i suoi effetti sotto il profilo dell’adeguatezza e della proporzionalità della misura cautelare”, alla luce anche della costituzione, dell’ammissione dei fatti e del comportamento tenuto dai due indagati, e il pentimento mostrato da Iannuzzi dopo l’efferato delitto. Per questo il gip ha considerato maggiormente adeguata, in questa fase, la restrizione ai domiciliari
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