IL CORSIVO – Il senatore Boccia e la “Dignità del Lavoro”

Intervista del Corriere della Sera (Maria Teresa Meli) al capogruppo Pd in Senato, Francesco Boccia.
Una domanda per tutte: “Sul salario minimo il governo ora apre a un confronto. Vi fidate?”.
La risposta: “Non si stratta di fidarsi o meno. Si tratta di una visione diversa del mondo e della società. Per il centrodestra (il salario minimo, ndr) rappresenta un appiattimento verso il basso, per noi la prima condizione per iniziare a discutere di dignità del lavoro…”.
Cosa dire? Non entro nel merito della questione. Se mi venisse chiesta una opinione, risponderei che il salario minimo è una piccola toppa ad un grande buco: lo sfruttamento dei lavoratori è un male antico, andrebbe punito con leggi molto più rigorose di quelle vigenti, soprattutto servirebbe una riforma risolutrice e non parziale e provvisoria. Sotto questo profilo, il salario minimo è un pannicello caldo, funzionale soltanto a rinviare il problema. Ma tant’è!
Qui mi pare interessante, piuttosto, a proposito di quanto afferma il senatore Boccia, cogliere il dato della tardiva presa di coscienza, da parte di certa politica non più al governo, delle indegne condizioni in cui versa una parte consistente dei lavoratori, e mi riferisco soprattutto a quelli vergognosamente “sfruttati”.
A volo d’aquila. Francesco Boccia non è un politico alle prime armi. Prima di essere eletto senatore nel 2022, è stato deputato per tre legislature, in pratica è nel Parlamento dal 2008, ha avuto ed ha tuttora ruoli di rilievo nel Partito Democratico, è stato ministro per un biennio nel governo Conte. Per di più è un docente universitario di Economia. Insomma, anche per quest’ultima connotazione professionale, non può dire che per i passati quindici anni ha abitato su Marte e che quindi non sapesse della indegna condizione di lavoro in cui sono costretti alcuni milioni di nostri connazionali.
Sicché la domanda da farci e da fargli è molto semplice: qual era la sua “visione del mondo e della società” in tutti gli anni in cui è stato perfino ministro senza lasciare la benché minima traccia d’una sua azione a sostegno del diritto alla “dignità del lavoro”?
Tutto qui, Onorevole Senatore Professor Boccia!

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