Napoli e le farfalle
– di Clara Spadea –
Poi un giorno ritorno a Napoli per diletto e non per visite mediche, e nel passeggiare per le vie del centro mi capita di comprendere all’improvviso, come in un flash, cosa ha spinto, ad esempio, poeti come Salvatore Di Giacomo a scrivere nel secolo scorso tanti versi, poi musicati, dedicati alla sua città; o cosa ha spinto cantanti come Pino Daniele a comporre, tra l’altro, la sua intramontabile “Napule è”!
Non credo che ciò sia avvenuto solo per un mero spirito campanilistico.
La verità è che Napoli, spesso maltrattata e calpestata, ha in sé una magia particolare e misteriosa, che sinora non ho reperito altrove e di cui forse non ha neppure consapevolezza.
Così camminando per le sue strade, tutte mai “povere di cielo” e che ovunque si intersecano con vicoli multicolori pieni di striscioni, di bancarelle e di pizzerie, mi accorgo che lì non c’è spazio per la tristezza, in quanto la città si presenta a qualsiasi ora piena di una folla di persone che, sebbene abituate a guardare dritto in faccia la dura realtà, sembrano muoversi sempre sulla scia di una musica, come su un’onda rumorosa di buonumore che per un po’ fa sì che si dimentichino i problemi tutti.
Lì, insomma, arrivano continue folate di azzurro e di sole. Di vita, praticamente!
Dovremmo dunque cercare di andare più spesso a Napoli, godere della vista del mare e dell’apparente atmosfera gioiosa, immergerci nella sua variegata moltitudine per riempire la nostra anima dei colori e dei suoni di questa città, del suo ottimismo e muoverci anche noi allo stesso ritmo!
Poi, una volta lì, sarebbe bene calarsi nella ricchezza della storia napoletana, in cui rientra a pieno titolo anche il maestoso teatro San Carlo, dove assistere agli spettacoli di danza, ci ricorda cosa siano realmente la grazia, l’eleganza dei movimenti, o come la bellezza non sia mai sinonimo di grossolanità e volgarità, oltre a ricordarci l’importanza dell’impegno nelle arti e nei lavori per raggiungere riconoscimenti a livello internazionale.
Bisognerebbe trovare il tempo per questi momenti che sanno donare così tante suggestioni positive.
Ma naturalmente non è possibile andare di frequente a teatro ad assistere ad un ballo di danza classica; ed allora, se si è comunque alla ricerca di simili emozioni, può essere utile recarsi in un prato e lì aspettare l’arrivo delle farfalle, osservare il loro volteggiare da un fiore all’altro senza emettere alcun ronzio, alcun fruscio, ammirare piuttosto il loro muoversi in un elegante silenzio, con leggiadria e delicatezza, nonostante non siano coperte né da tulle né da paillettes.
Un volo fatto solo di bellezza e di garbo, che ricorda molto i passi sulle punte e le piroette delle ballerine di danza classica, ma che si svolge nel silenzio della natura, quel silenzio che a volte sa essere melodioso quanto un brano di Tchaikovsky .
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