IL CORSIVO – Vergogna!
Udite, Udite! Con delibera 45/2023, l’Ufficio di presidenza della Camera dei Deputati ha deciso di aumentare di 2.226,92 euro lordi, pari a 1.269,34 netti, l’indennità dei presidenti dei gruppi parlamentari di Montecitorio, importo pari a quello già riconosciuto ai presidenti di commissione: due categorie dello spirito che evidentemente, almeno a giudizio di chi ha approvato il provvedimento, lavorano così tanto per il bene comune e, di converso e poverine, guadagnano talmente poco da arrivare a stento alla terza settimana.
Ora, al di là delle dotte spiegazioni fornite (Una per tutte: “L’operazione è ad invarianza di spesa rispetto al bilancio complessivo di Montecitorio”), ci si rende conto – in termini etici e morali, a parte quelli economici e dunque materiali – che la consistenza di questo aumento di stipendio equivale a quanto in media percepiscono mensilmente un dipendente della pubblica amministrazione e un qualsiasi impiegato nelle attività private, ovvero persone in carne e ossa che a fine di mese davvero ci arrivano affamati e indebitati?
Evidentemente, con abbondante dose di faccia tosta, si vuole far credere che l’effetto erosivo dell’inflazione sugli stipendi è – diciamo così – “ad personam”: vale (ed è drammatico!), per i presidenti dei gruppi parlamentari e delle commissioni, ma non già per i povericristi testé citati a mo’ d’esempio minimo (vogliamo pensare ai milioni di lavoratori ipersfruttati che guadagnano molto meno di mille euro al mese?).
Credo sia sufficiente una sola parola per riassumere il comune sentire di fronte a provvedimenti (e ce ne sono!) del genere: Vergogna!
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