IL CORSIVO – SE PALPEGGI UNA DONNA ABUSIVAMENTE, MA “VELOCEMENTE”, NON È REATO…
La notizia. I giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Roma hanno assolto “perché il fatto non costituisce reato”, un bidello di 66 anni di una scuola della Capitale accusato di aver palpeggiato i glutei di una studentessa di 17 anni.
L’antefatto. Aprile 2022. La ragazza vittima della presunta molestia sessuale sta salendo le scale che portano all’edificio scolastico in compagnia di una sua amica. All’improvviso si sente toccare il “fondoschiena” (“Mi aveva messo le mani nei pantaloni, sotto gli slip e poi sollevata”, dirà nella querela), si gira e realizza che si tratta del bidello. Versione confermata dalla compagna.
Nel corso del processo l’uomo conferma di aver toccato i glutei della ragazza e di averla sollevata, ma chiarisce di non aver infilato le mani nei pantaloni, soltanto toccato da fuori e per scherzo.
Nell’arringa conclusiva il Pm sostiene invece il racconto della ragazza, peraltro confermato dalla testimonianza dell’amica, e chiede la condanna a tre anni e sei mesi.
Arriva la sentenza di assoluzione. Sorprendente la motivazione. Senza ombra di dubbio il “toccamento” c’è stato, ma “è durato tra i 5 e i 10 secondi”. Si è trattato di una manovra “maldestra ma priva di concupiscenza”: “una manovra accidentale”, tanto che “appare convincente la tesi difensiva dell’atto scherzoso”.
In buona sostanza, per quel tribunale l’azione del “toccamento” si è esaurita in troppo poco tempo per poter parlare di molestia sessuale. Magari, chessò, se la ragazza si fosse lasciata palpare per un’altra manciatina di secondi, invece d’indurre il bidello a toglierle subito le mani dal fondoschiena, come ha fatto, “forse” i giudici avrebbero potuto optare per la violenza. Mistero della Giustizia italiana.
Il paradosso del “tempo” di toccamento assunto a criterio discriminante tra scherzo e violenza (chissà come è definito il gioco del bidello che tocca il fondoschiena a una studentessa: controllare tra i programmi scolastici?!) richiama alla memoria l’episodio di un tipo – accusato di aver violentato e ingravidato una donna – il quale, al giudice che gli aveva chiesto se fosse stato lui ad abusarne – rispose: “Sì, l’ho messa incinta io. Ma soltanto un poco”!
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