IL CORSIVO – L’Autonomia di Calderoli e la Costituzione calpestata
Dopo Luciano Violante e Anna Finocchiaro, altre quattro personalità di rilevante spessore culturale, professionale e politico si sono dimesse dal comitato tecnico istituito dal ministro Calderoli per garantirsi, sbagliando i conti, le coperture “democratiche” e bipartisan, ovvero una foglia di fico gigante sul suo disegno di legge Autonomia “pro-Nord”.
Le quattro personalità sono Giuliano Amato, Franco Gallo, Alessandro Pajno e Franco Bassanini. La motivazione: “Siamo costretti a prendere atto che non ci sono più le condizioni per una nostra partecipazione ai lavori”.
Ripicche? Capricci inconfessabili? Speculazioni politiche? Niente di tutto ciò. Anzi, l’esatto opposto. La lettera di dimissioni, infatti, continua così: “Continueremo a sperare che nel corso dei prossimi mesi maturi un ripensamento che riporti il percorso di attuazione dell’Autonomia nei binari definiti dalla Costituzione”.
È chiaro? Quattro sicurissimi esperti di Costituzione, quattro persone serie e sagge e libere e affidabili, hanno scritto – in buona sostanza – che quella di Calderoli è una riforma che deraglia dal dettato della Carta.
Il ministro ha commentato dicendosi stupito, senza mancare di aggiungere che comunque si va avanti. La Costituzione conta così poco anche per la Premier Meloni e per gli eredi politici di Berlusconi? È questa la domanda che attende una risposta certa e chiara. Il resto è chiacchiera.
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