IL CORSIVO – Donald Trump, Catullo e Cristoforo Colombo

Udite, udite! Ieri sera, ad una cena di raccolta fondi per il Partito Repubblicano, circa un’ora prima dell’entrata in vigore dei dazi reciproci “erga omnes” o quasi, il Presidente degli Stati Uniti ha ritenuto di dover irridere i rappresentanti dei Paesi che lo hanno contatto per chiedere di trattare sulle nuove tasse imposte dal governo americano sui beni d’importazione.
Tra una sventolata e l’altra del ciuffo di capelli biondicci ha detto: “Questi leader stranieri ci chiamano, mi baciano il culo, stanno morendo dal desiderio di fare un accordo… Sono pronti a tutto pur di evitare i dazi… Mi dicono: per favore, per favore signore, fai un accordo. Farò qualunque cosa, signore…”. E poi ha aggiunto: “Molti Paesi ci hanno fregato da destra e sinistra, adesso è il nostro turno di fregarli, e renderemo il nostro Paese più forte. Io so quel che diavolo sto facendo…”.
Cosa dire? Donald Trump saprà pure per dove deve andare per arrivare dove vuole andare. Epperò c’è un “se”. Se continua – non certo ispirandosi a Catullo – con l’eloquio di baci sulle sue intime parti anatomiche, il Presidente degli States rischia, prima o poi, di dover esporre il fondoschiena ai calci, non già degli europei parassiti e bla bla bla, ma dei suoi stessi concittadini americani.
Ciò detto, buttiamola sul faceto, richiamando giocoforza – seppure con la sola lettera iniziale – un altro dettaglio anatomico del corpo umano. È altamente probabile – dopo l’ultima sortita di Trump – che la Buonanima di Cristoforo Colombo si stia “arrevotando” nella tomba, con un cartello appeso al collo recante la scritta autografa: “Ma chi c… me lo ha fatto fare quel maledetto 12 ottobre 1492!”.

I commenti sono chiusi.