IL CORSIVO – Il teatro dei pupi Meloni-Salvini-Tajani

In vista del vertice sulla difesa Ue in programma oggi a Parigi, Giorgia Meloni ha riunito ieri a Palazzo Chigi il ministro Crosetto e i due vicepremier Salvini (in presenza) e Tajani (in collegamento da Trieste) per dire basta alla “ammuina” delle divisioni sul caso Ucraina che sta “ringalluzzendo le opposizioni” (parole attribuite alla presidente del Consiglio).
Il comunicato stampa ufficiale non accenna minimamente al vero tema di attualità, ovvero il fuoco amico schioppettante – all’interno della maggioranza di governo – sulla politica estera.
Dicono qualcosa, invece, le ricostruzioni ufficiose fatte dagli organi di stampa italiani più diffusi. Secondo queste versioni, la Premier avrebbe ammonito i suoi due vice, con parole – è la nostra maliziosa lettura – del seguente tenore: “Adesso avete rotto oltre ogni ragionevole capacità di sopportazione. Se avete voglia e necessità di dirvene quattro, chiudetevi in una stanza insonorizzata a prova di bomba e picchiatevi pure a sangue. Ma basta con lo spettacolo indecente che state offrendo all’esterno”.
Ancora secondo chi ha potuto ascoltare e godersi il teatrino attraverso il buco della serratura, Salvini (in presenza) e Tajani (in collegamento) avrebbero dato ampie garanzie alla Premier d’aver recepito il messaggio. La stessa Premier – sempre secondo l’ascoltato e visto dal succitato buco – si sarebbe finalmente rasserenata, al punto da lasciarsi andare ad un interminabile effluvio di sorrisi, abbracci e baci dedicati ai due vice.
C’è da crederci? Improbabile, almeno al cinquanta per cento. Passi pure, infatti, la buona fede d’un pacione educato e sincero quale appare Tajani. Quanto a Salvini, però, sarebbe come star tranquilli con Dracula a spasso nel reparto d’ematologia.
Vedrete: fino ad ora Matteo s’è accontentato di scavalcare il ministro degli Esteri telefonando al Vice-presidente Usa, J.D. Vance (ve lo raccomando: è quello che ha detto che noi europei siamo “parassiti”). Tempo al tempo, e Matteo bypasserà la presidente del Consiglio e sarà lui a telefonare a Trump (vi raccomando anche The Donald: è lo stesso Trump che ha sostenuto l’epiteto “parassiti” affibbiato da Vance a noi europei, nel silenzio assordante di Meloni, Salvini, Schlein, Conte, Fratoianni, Renzi, Calenda e compagnia cantando). Che consolazione!

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